Le bombe di Israele vicino ai Caschi Blu in Libano e l’accusa di Crosetto: «Una scelta precisa»


Martedì 2 settembre quattro droni armati israeliani hanno violato lo spazio aereo libanese. Dopo aver sorvolato una pattuglia di caschi blu dell’Unifil hanno sganciato bombe. Che secondo Israele erano granate stordenti. La pattuglia internazionale ha dovuto ritirarsi. «È impossibile che ci abbiano scambiato per miliziani di Hezbollah. Avevamo i veicoli bianchi, le insegne, le divise e in più avevamo comunicato l’attività alle Forze di difesa Israeliane. Molto più probabile che volessero mandarci un avvertimento: l’area di confine deve restare una loro zona cuscinetto», dicono alcune fonti della forza di pace al Corriere della Sera. E il ministro della Difesa Guido Crosetto parla di un «atto rilevante, grave» e di una «scelta tanto precisa quanto incomprensibile e inaccettabile».
Il comando Unifil in Libano
Il Comando delle forze dell’Onu in Libano è agli ordini del generale italiano Diodato Abagnara. Nella nota, senza accusare Israele, Unfil ha scritto che «è responsabilità delle Forze di difesa Israeliane garantire l’incolumità delle forze di pace. Qualsiasi azione che metta in pericolo i Caschi blu costituisce una grave violazione della Risoluzione 1.701 e del diritto internazionale». Gerusalemme ha spiegato che «non sono stati sparati intenzionalmente colpi contro le forze dell’Unifil». E aggiunge: «Avevamo individuato una presenza sospetta nell’area e quindi lanciato diverse granate stordenti per rimuovere la minaccia».
Una scelta precisa
«Non è un errore dell’Idf. Si è trattato di una scelta precisa. Tanto precisa da parte loro quanto inaccettabile da parte nostra. Esprimerò con tutta la forza possibile al mio omologo israeliano la nostra totale disapprovazione (e qualcosa in più) per quanto accaduto», ha detto Crosetto. L’obiettivo di Israele è istituire una zona cuscinetto in Libano come in Siria. Per farlo ha distrutto intere cittadine che si trovavano a 15-20 chilometri dal confine. Ogni giorno a Beirut ci sono attacchi a terroristi. Che impediscono il ritorno dei civili. Tra i quali potrebbero nascondersi miliziani di Hezbollah.
Le aggressioni israeliane
Ma, scrive oggi il Corriere, la pattuglia Unifil bersagliata martedì stava riaprendo la strada verso un posto d’osservazione sul confine. Se ci fossero riusciti avrebbero potuto denunciare le aggressioni israeliane ai civili libanesi. Si parla anche di un avvertimento ai caschi blu: non avvicinatevi, restate nelle vostre basi, aspettate la fine del mandato e non vi succederà nulla. L’anno scorso Israele ha colpito più volte basi Unifil e ferito una ventina di soldati dell’Onu, tra cui quattro italiani. La missione di pace finisce il 31 dicembre 2026. Nell’anno successivo si effettuerà il ritiro ordinato. Intanto il governo di Beirut si è impegnato a disarmare i miliziani filo-iraniani. Hezbollah replica che non rinuncerà alle armi perché il Libano rimarrebbe alla mercé di Israele.
Crosetto
«Sono molto arrabbiato. Attendo di capire e di ascoltare la loro versione. Poi vedremo», è il virgolettato attribuito a Crosetto. Il ministro del governo Meloni attende una relazione dettagliata da Israele. E non intende lasciare l’episodio senza conseguenze. Il procuratore militare di Roma Antonio Sabino ha ricevuto un’informativa: sparare ai caschi blu è un crimine di guerra. Ma il fascicolo sull’attacco di pochi mesi fa si è chiuso con un’archiviazione.
L’ira del ministro
Secondo i racconti il ministro era molto arrabbiato quando ha ricevuto la telefonata dal Libano. «Ancora? Un altro errore?», avrebbe detto. L’Idf sapeva dell’attività Unifil nell’area a sud-est del villaggio di Marwahine. Crosetto ha annunciato che esprimerà «con tutta la forza possibile» al suo omologo israeliano la «totale disapprovazione (e qualcosa in più) per quanto accaduto».