Carlo Acutis, il primo santo millennial: il quindicenne milanese sarà canonizzato da papa Leone XIV


Una camera rimasta quasi intatta, come se il tempo non fosse mai passato. È qui, all’ultimo piano di un palazzo vicino a piazza della Conciliazione, a Milano, che Carlo Acutis ha trascorso gli anni della sua breve vita. Domenica 7 settembre verrà canonizzato da papa Leone XIV, diventando ufficialmente il primo santo millennial. Dentro la sua stanza si respira ancora l’atmosfera di un ragazzo semplice, appassionato di tecnologia e fede. «A 9 anni programmava in Java ma ora sarebbe il primo a spegnere il telefono», racconta la madre Antonia Salzano, in un’intervista al Corriere. Sul tavolo la scrivania dove studiava, alle pareti scaffali con modellini, giocattoli e statuette, e in fondo un grande ritratto di Cristo con la scritta: «Gesù, io confido in te!». «Bene o male è rimasto tutto come era quando c’era Carlo», ha detto la madre.
Un ragazzo precoce e generoso
Carlo mostrava grande curiosità fin da bambino. «È stato sempre precoce. A sei anni già era appassionato di informatica… A nove anni iniziò a chiederci testi di informatica di livello più alto, come quelli che usavano per gli esami di ingegneria al Politecnico», ha raccontato la madre. Da autodidatta imparò C++ e Java, creò programmi grafici e mise in piedi una mostra sui miracoli eucaristici che negli anni è stata allestita in migliaia di parrocchie nel mondo. Ma la sua passione non era solo la tecnologia: Carlo suonava il sassofono, dipingeva, invitava spesso gli amici a casa. Ma soprattutto coltivava la sua fede ogni giorno. Andava a messa, faceva volontariato, portava cibo ai senzatetto con l’aiuto del collaboratore di famiglia, Rajesh. «Quando proponevamo di comprargli delle scarpe nuove diceva che non gli servivano e di prendere piuttosto qualcosa per i poveri», ha ricordato la madre.
La spiritualità di Carlo Acutis
Un ragazzo solare, mai isolato, ma capace di imporsi regole severe. Quando ricevette in regalo una Playstation – come raccontano i genitori – decise di usarla non più di un’ora a settimana, perché aveva letto studi sul rischio della dipendenza. Secondo la madre, oggi sarebbe tra i primi a predicare l’equilibrio nell’uso dei dispositivi digitali. Il padre, Andrea Acutis, ha spiegato a metà maggio scorso agli studenti del liceo Leone XIII: «Dio non dà mai le croci senza le grazie per sopportarle. Abbiamo avuto la grazia di custodire questo ragazzo in questi pochi anni di vita».
Il percorso verso la santità, la guarigione di una ragazza in Brasile
Carlo è nato a Londra il 3 maggio 1991 e visse sempre a Milano. Frequentò scuole cattoliche e ricevette la prima comunione in anticipo, con un permesso speciale. Morì il 12 ottobre 2006, a soli 15 anni, per una leucemia mieloide acuta che si manifestò in pochi giorni. La beatificazione è arrivata nel 2020, grazie al riconoscimento di un miracolo in Brasile. Nel 2022 la guarigione inspiegabile di una ragazza costaricana ha aperto per lui la strada alla canonizzazione. La sua figura è diventata in pochi anni un riferimento per i giovani credenti. Chiamato il «santo di internet», sarà patrono della rete per aver usato il web come strumento di evangelizzazione.
La memoria e l’eredità
«Lui fa la sua missione dal Cielo, io sono il suo megafono da Terra», dice la madre. «Carlo è stato scelto, ma ci sono tantissimi altri ragazzi nel mondo che agiscono per il bene. Viveva quello che diceva, per questo credo che piaccia ai giovani». La prossima domenica 7 settembre, la cerimonia di canonizzazione in piazza San Pietro sarà presieduta da papa Leone XIV. Insieme ad Acutis, sarà proclamato santo anche Pier Giorgio Frassati, biografo e alpinista torinese scomparso a 24 anni a seguito di una poliomielite. Due giovani che hanno fatto della fede e della comunione il centro della loro vita.