Il caso della lettera anonima dagli Usa al sindaco di San Giuliano Terme: insulti e minacce dopo aver organizzato il funerale di Marah Abu Zuhri


A poche settimane dalla tragica morte di Marah Abu Zuhri, la ventenne palestinese arrivata a Pisa da Gaza in condizioni di estrema denutrizione, il sindaco di San Giuliano Terme, Matteo Cecchelli, ha ricevuto una lettera anonima contenente insulti e minacce. La missiva, spedita da Carol Stream, vicino a Chicago, prende di mira il primo cittadino per aver organizzato i funerali della giovane e per aver espresso solidarietà nei confronti di Marah, morta due giorni dopo il ricovero all’ospedale pisano. Cecchelli ha definito il contenuto della lettera «volgare e intriso di odio», sottolineando come la sua scelta di accompagnare Marah nell’ultimo saluto sia stata motivata esclusivamente dal rispetto della dignità della ragazza e dal sostegno alla sua famiglia, devastata dalla guerra e dalla fuga dalla Striscia di Gaza.
Il dramma di Marah: denutrizione e malattia esclusa
Marah era arrivata a Pisa il 13 agosto con un volo umanitario, dopo mesi vissuti in condizioni estreme nella Striscia. La giovane pesava appena 35 chili e, secondo la ricostruzione dei medici italiani, aveva potuto alimentarsi negli ultimi mesi quasi esclusivamente con tè e qualche biscotto. All’ospedale Santa Chiara, subito dopo il ricovero, le analisi hanno escluso la leucemia, inizialmente ipotizzata dai medici palestinesi. La conferma è arrivata dai test citofluorimetrici e dalla biopsia midollare, che hanno chiarito come la morte fosse dovuta alla malnutrizione e al deperimento fisico estremo, definito dai medici cachessia, aggravato da insufficienza respiratoria acuta e arresto cardiaco.
I funerali e la mobilitazione della comunità
Il 20 agosto scorso, a San Giuliano Terme, si è svolta la cerimonia funebre alla presenza di oltre 400 persone tra familiari, amici e rappresentanti delle comunità locali. Il feretro, avvolto in una bandiera palestinese e circondato da rose bianche, ha simboleggiato la solidarietà verso una giovane vittima del conflitto. Durante la commemorazione, la madre di Marah, Nabilia, ha raccontato il dramma vissuto dalla famiglia: «Ho lasciato la Palestina per poterla curare, ma purtroppo lei ha salutato questa vita terrena. Ora riposerà qui, ma io voglio tornare nella mia terra». Il sindaco Cecchelli aveva definito la morte della giovane come «conseguenza di un genocidio» e aveva ribadito la necessità di non restare in silenzio di fronte a simili tragedie.