La Figc ci ripensa: il portiere 13enne aggredito (dopo aver colpito un avversario) non incontrerà gli Azzurri


Nessun lieto fine per la storia di Thomas, il portiere 13enne del Volpiano Pianese aggredito dal padre di un giocatore avversario. Negli ultimi giorni era infatti circolata l’idea di un invito per vistare le strutture di Coverciano dove si allena la Nazionale maggiore. Erano state le parole dell’attuale capitano dell’Italia, Gigio Donnarumma, e dell’attuale capo delegazione Gigi Buffon ad aprire virtualmente le porte di casa Azzurri, presto richiuse alla luce degli ultimi provvedimenti disciplinari. Il giudice sportivo, ricostruendo quanto accaduto a Collegno, ha inflitto pesanti sanzioni dopo aver visionato i video della rissa: un anno di squalifica al 13enne e sette mesi al suo padre, dirigente della stessa società.
Le motivazioni per il ritiro dell’invito
Se inizialmente l’attenzione si era concentrata solo sulla brutale aggressione subita dal ragazzo da parte del genitore entrato in campo, episodio che comunque verrà valutato in sede penale, la successiva analisi ha cambiato prospettiva. Nelle immagini si vede infatti anche Thomas, il giovane portiere, colpire un avversario già a terra. Un gesto che, nella sentenza, è stato definito parte di un «evento spregevole». Secondo quanto riferito dalla Gazzetta dello Sport, le parole del giudice sportivo, che ha anche rilevato come sia stato lo stesso Thomas ad «innescare la rissa colpendo con manate e pugni il fianco e la schiena di un giocatore avversario», non rendono più compatibile il “premio” della visita a Coverciano con la realtà dei fatti sportivi.
La giustizia ordinaria
E così, dopo che tre leggende del ruolo come Donnarumma, Buffon e anche Dino Zoff si erano mosse per esprimere vicinanza al giovane portiere, e in generale tutto il mondo del calcio aveva condannato l’accaduto, Thomas dovrà accontentarsi di ricevere giustizia in tribunale. L’uomo che lo ha aggredito, scavalcando la recinzione che divide il campo dagli spalti, è ora indagato per lesioni aggravate, ma ha già fatto sapere di non concordare con la versione circolata online: «L’ho fatto per difendere mio figlio, ma le cose non sono andate come vengono raccontate».