Quella volta che Mihajlovic ha venduto il cavallo che aveva regalato alla figlia: «Una punizione perché non studiavo»


Il suo cavallo l’ha ritrovato dopo otto anni. Ma la storia che racconta Viktorija Mihajlovic, figlia ventottenne di Sinisa, dice molto dell’ex centrocampista e centrale di Roma, Sampdoria, Lazio e Inter oltre che allenatore di Milan, Torino e Bologna. Viktoria è la prima dei cinque figli suoi e di Arianna Rapaccioni. Ha studiato moda e psicologia e oggi lavora come autrice tv. Viktorija dice che era una bambina «molto impegnativa, non stavo ferma un secondo, un concentrato di energia e confusione. Sempre arrabbiata. Sempre troppo “qualcosa”».
La psicologa
Per questo i genitori la mandarono dalla psicologa. Il cui consiglio fu di portare la figlia «in un maneggio perché gli animali, a volte, sanno parlare ai bambini molto più di noi». A quel punto ha cominciato a frequentare un maneggio. E poi il padre le ha regalato Zaros: «Me ne innamorai all’istante», era «quello giusto» e lo capì «dal primo momento». «Siamo cresciuti assieme», con «disciplina, sacrificio, dedizione». Senonché «quella vena ribelle» ancora ribolliva, «non era sparita del tutto: non studiavo, stavano bocciandomi». E allora il padre intervenne.
La vendita del cavallo
Mihajlovic «decise di vendere Zaros». Con una spiegazione brutale e sincera: «Se fai il tuo dovere, papà ti darà tutto quello che desideri. Se non lo fai, non avrai niente». «L’avevo sottovalutato — riflette lei —, non pensavo sarebbe arrivato a tanto. Mi sbagliavo». Poi, dopo la morte del padre, Vicky decise di tornare in sella chiamando «un maneggio vicino casa». Quella stessa notte «sognai mio padre, bellissimo, su un cavallo bianco». All’indomani, camminando per la scuderia, Viktorija vide un albino che le «sembrava familiare». Ma no, non poteva essere lui… «Abbassai lo sguardo, lessi il suo nome sul box: Zaros».