La turista israeliana disabile respinta dalla ditta di taxi di Milano: «Spiacenti, ma a Gaza c’è il genocidio»


Yael Mehodar, consulente israeliana con disabilità su sedia a rotelle, si è vista negare un servizio di taxi a Milano, nonostante la compagnia pubblicizzi i suoi servizi di accessibilità, a causa della sua nazionalità israeliana. A raccontare quanto accaduto all’emittente israeliana Canale 12 è stata la donna stessa. L’azienda Accessible Italian Holiday, infatti, ha declinato la sua richiesta di servizi con una mail di risposta alla cliente che non lascia dubbi: «In segno di protesta contro le politiche di pulizia etnica e fame perpetrate dal governo israeliano nella Striscia di Gaza, abbiamo preso la decisione di interrompere ogni rapporto con Israele finché non finisce il genocidio e venga ripristinata la pace». Nella stessa comunicazione, la compagnia assicura che la decisione «non ha nulla a che vedere con i cittadini israeliani», ma che è un gesto di protesta «contro il primo ministro israeliano Netanyahu».

Il racconto della donna
La donna, consulente organizzativa ed esperta di management, ha raccontato di aver deciso di partire per una vacanza in Italia dopo la recente diagnosi di una disabilità che la costringe a muoversi in carrozzina. Per organizzare il viaggio, Mehodar si è affidata a un motore di ricerca con intelligenza artificiale e ha individuato una compagnia di taxi accessibili a Milano, contattandola via mail. La risposta però è stata netta: un rifiuto motivato da quanto sta accadendo in Medio Oriente. «Scrivono che non si tratta di rabbia nei miei confronti, ma verso la politica del governo israeliano – ha dichiarato la donna -. Ma allora perché la sanzione ricade su un individuo?». E ha commentato: «Un’azienda che offre servizi accessibili alle persone con disabilità dovrebbe avere un’attenzione particolare. Invece si occupano di fare politica». La donna ha poi trovato un taxi alternativo.