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A 13 anni è plusdotato ma viene bocciato per la condotta. ll Tar lo promuove e incolpa la scuola: «Mancato il necessario piano personalizzato»

09 Settembre 2025 - 23:36 Ugo Milano
scuola plusdotato
scuola plusdotato
La preside aveva negato le misure didattiche speciali chiedendo il q.i., che però non compare tra i requisiti. Riconosciuta dai giudici la disparità di trattamento

Bocciato in seconda media per voto insufficiente nel comportamento. Ma due relazioni specialistiche gli avevano riconosciuto una plusdotazione cognitiva. Il tar dà ragione ai genitori e lo promuove: la scuola doveva attivare il piano didattico personalizzato (pdp). È successo in una scuola di Altavilla Vicentina dove, secondo quanto riporta Repubblica, la preside dell’istituto aveva negato al ragazzino di 13 anni le misure di supporto perché le relazioni mediche non indicavano il quoziente intellettivo.

La decisione del Tar Veneto che accoglie il ricorso della famiglia

Le decisioni sull’attivazione del pdp spetta al consiglio di classe, negarlo in condizioni di comprovata necessità ha creato una «disparità di trattamento» che ha penalizzato il ragazzino. Lo hanno scritto i giudici amministrativi, contestando la scelta della scuola e in particolare della preside. Tanto più che l’indicazione del q.i. non compare in nessun «riferimento normativo al fine della predisposizione del piano». Una vicenda risolta per vie legali alle porte del nuovo anno scolastico, ma durata per tutto il 2024-2025 con una serie di consulenze e incontri tra la scuola e la famiglia del 13enne.

Disturbava per via della neurodivergenza. «Bocciare peggiora la situazione»

Nei casi di alunni che presentano una plusdotazione cognitiva è controproducente far ripetere l’anno solo per motivi di condotta. La distrazione o i comportamenti indisciplinati, sostiene la sentenza, sono infatti da attribuire alla noia in classe, e studiare per una seconda volta argomenti già affrontati rischia di «amplificare le condotte problematiche senza risolvere le difficoltà dell’alunno».

(in copertina foto di ROBIN WORRALL su Unsplash)

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