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Gaza, hacker turchi pubblicano i numeri di telefono dei ministri israeliani. Tensione dopo i raid su Qatar e Libano

12 Settembre 2025 - 10:27 Ugo Milano
gaza 12 settembre
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Diffusi online i contatti di esponenti del governo Netanyahu, incluso quello del premier. Intanto a Gaza si contano almeno 21 morti nei raid israeliani, mentre Usa e Onu esprimono preoccupazione per l’attacco a Doha

In Medio Oriente la guerra mediatica corre parallela a quella sul terreno. Nelle ultime ore un gruppo di hacker turchi ha pubblicato su X i numeri di telefono privati di diversi ministri israeliani e del presidente della Knesset, Amir Ohana. Tra i nomi diffusi figurano quelli del ministro della Giustizia Yariv Levin, degli Esteri Eli Cohen, del ministro dell’Energia Eli Amsalem, oltre a Miri Regev, Yoav Kisch, Miki Zohar, Avi Dichter e Nir Barkat. Non solo: i pirati informatici hanno reso pubblici anche i contatti dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e persino quello, non confermato, del premier Benjamin Netanyahu. L’operazione segue un’azione simile avvenuta la sera precedente. Il numero del ministro della Difesa Israel Katz era stato diffuso insieme a uno screenshot di una videochiamata che lo mostrava mentre rispondeva per errore.

Gaza sotto i bombardamenti

Mentre il fronte digitale si accende, la popolazione della Striscia continua a pagare il prezzo più alto. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, almeno 21 persone sono morte dall’alba di oggi nei raid israeliani. Le vittime si registrano soprattutto nella zona di Al-Tawam, a nord di Gaza City (14 morti), e a Jabaliya (4). Altri due civili hanno perso la vita in una tenda che ospitava sfollati sulla spiaggia a ovest di Gaza City, mentre una persona è stata colpita mentre era in attesa di aiuti umanitari a Rafah, nel sud dell’enclave. La tensione non si ferma ai confini di Gaza. I media libanesi riferiscono di due attacchi israeliani nel sud del Paese. Un drone avrebbe colpito un’auto ad Aita al-Jabal, mentre a Mays al-Jabal le forze israeliane avrebbero demolito un’abitazione. Non ci sono al momento notizie di vittime.

Lo strappo con il Qatar

A complicare il quadro, l’attacco israeliano in Qatar contro esponenti di Hamas, che ha suscitato critiche internazionali e rischia di far saltare i negoziati sugli ostaggi. Secondo Politico, alla Casa Bianca cresce la frustrazione: «Ogni volta che si fanno progressi, sembra che bombardi qualcuno», ha detto una fonte vicina al team di sicurezza nazionale del presidente Donald Trump. Lo stesso Trump ha dichiarato di sperare che il raid non comprometta gli sforzi per la liberazione degli ostaggi. «Vogliamo che gli ostaggi vengano liberati, e vogliamo che ciò avvenga presto», ha detto ai giornalisti. Ma un diplomatico arabo ha confermato al Times of Israel che le trattative si sono al momento interrotte.

La condanna dell’Onu

Anche il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha espresso una condanna, parlando di «attacchi a Doha, territorio di un mediatore chiave» e chiedendo una «de-escalation». Nella dichiarazione, approvata all’unanimità, i Quindici hanno riaffermato il loro sostegno «alla sovranità e all’integrità territoriale del Qatar». Secondo la tv israeliana Channel 13, i vertici della sicurezza – tra cui il capo di stato maggiore dell’Idf, il responsabile del Mossad e il Consiglio di sicurezza nazionale – avevano avvertito Netanyahu che l’operazione a Doha avrebbe danneggiato i negoziati. Nonostante ciò, il premier ha dato comunque il via libera.

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