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La docente che fa 150 chilometri al giorno per insegnare. E scrive a Valditara: «Paghi lei»

12 Settembre 2025 - 13:24 Ygnazia Cigna
lettera valditara docente pendolare
lettera valditara docente pendolare
Alessandra Boi è un'insegnante sarda e deve farsi 75 km andata e altrettanti al ritorno, tutti i giorni. La richiesta della maestra al ministro e il racconto a Open

Si chiama Alessandra Boi, è una docente sarda e ogni mattina all’alba si mette in macchina per percorrere 75 chilometri di strada all’andata e altri 75 al ritorno. Un viaggio quotidiano di 150 chilometri che la obbliga a partire alle sei del mattino per arrivare in classe, puntuale, poco prima delle 8.10. La sua è una scelta di responsabilità e dedizione verso il mestiere, ma anche una sfida logorante contro i costi del carburante, i tempi dilatati e la fatica. Per questo, ha deciso di scrivere una lettera, in parte provocatoria, al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, inviata a Open: «Mi rivolgo a Lei – scrive – in qualità di insegnante di scuola primaria, attualmente assegnata a una sede di lavoro che dista circa 75 km dalla mia residenza, per un totale di 150 al giorno. Questo comporta un notevole impegno economico per le spese di carburante, che incidono significativamente sul mio stipendio».

La distanza da casa a scuola

La docente, racconta a Open, vive a Capoterra, un comune di circa 23mila abitanti nel Cagliaritano, ma è stata destinata a una scuola di Villasimius, piccolo centro turistico che conta appena 3-4mila abitanti. Con i trasporti pubblici, il viaggio sarebbe più problematico: «Con il pullman ci metto il doppio del tempo perché il punto di incontro è a Cagliari. E con gli orari della scuola sarebbe impensabile, anche perché alla prima ora non c’è la compresenza con l’altra collega e quindi sarebbe un bel problema per la scuola se facessi tardi». Così, ogni giorno, la docente si mette in macchina e percorre, lentamente e con prudenza, una strada che definisce «a tratti pericolosa e nota per gli incidenti».

La lettera della docente pendolare

«Come insegnante, ho scelto tutte le sedi della provincia disponibili, ma purtroppo ho ottenuto una sede che mi obbliga a percorrere ogni giorno una distanza considerevole. Rispetto ai colleghi che hanno ottenuto una supplenza a pochi chilometri dalla loro residenza, io mi trovo in una situazione di svantaggio economico, poiché i costi della benzina pesano notevolmente sul mio budget», scrive l’insegnante nella lettera. Ma Alessandra Boi non si limita a denunciare la propria condizione. Avanza al ministro una proposta: introdurre un contributo per le spese di carburante dei docenti pendolari. Una modalità, dice, potrebbe essere rimborsare, anche parzialmente, le spese sostenute per la benzina oppure erogare dei buoni carburante. «Spero possa essere trovata una soluzione per alleviare le spese di carburante per gli insegnanti come me», conclude nella lettera.

Il racconto dell’insegnante a Open

«Io insegno su posto comune nella scuola primaria. Avevo dato molte preferenze, ma mi è toccata Villasimius. Avrei potuto chiedere di lavorare sul sostegno e ottenere probabilmente un posto più vicino, ma non è la mia specializzazione. Ho vinto un concorso per posto comune, non voglio essere costretta a fare un lavoro che non è il mio solo per percorrere meno chilometri», spiega l’insegnante. E il ricordo dello scorso anno è vivido: «Avevo dovuto accettare tre supplenze contemporanee per mettere insieme un monte ore e uno stipendio dignitoso: 6 ore in una scuola, 6 in un’altra e 12 in un’altra ancora. Ognuna con obiettivi diversi: una potenziamento, una posto comune e una sostegno». Per questo, la docente insiste sulla necessità di un intervento: «Non possiamo essere costretti a scegliere tra un posto vicino ma frammentato e fuori dalla nostra specializzazione, e uno lontano che ci costa metà stipendio in benzina. Si potrebbe stabilire una soglia, ad esempio 40 chilometri: oltre quella distanza, scatta un buono o un rimborso. Deve essere un sostegno mirato solo per i pendolari».

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