Ultime notizie Donald TrumpElezioni RegionaliGazaUcrainaUS Open
ATTUALITÀArmiArrestiLombardiaMilanoMusicaRapTrapZaccaria Mouhib (Baby Gang)

Baby Gang resta in carcere, la gip convalida l’arresto. Il trapper sulle pistole nascoste in casa e in hotel: «Avevo paura di essere derubato»

13 Settembre 2025 - 13:36 Alba Romano
baby gang indagini
baby gang indagini
Zaccaria Mouhib è stato arrestato per detenzione di arma clandestina e ricettazione. Per la giudice, l'artista ha mostrato una «totale indifferenza verso i provvedimenti»

Zaccaria Mouhib, in arte Baby Gang, resta in carcere. La giudice per le indagini (gip) preliminari di Milano, Fiammetta Modica, ha infatti convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per il trapper, finito a San Vittore dopo essere stato trovato con una pistola clandestina con matricola abrasa in un albergo di via Vallazze, a Milano, e altri due armi nella sua abitazione a Lecco. La perquisizione era stata disposta dalla Procura di Lecco in una più ampia indagine su armi e droga. Il 24enne, difeso dal legale Niccolò Vecchioni, è accusato di detenzione di arma clandestina e ricettazione. Interrogato dalla gip, Baby Gang ha risposto a tutte le domande.

La difesa di Baby Gang

Davanti alla giudice ha provato a giustificarsi, ma per il tribunale il carcere è l’unica misura possibile. «Dopo un concerto a Sesto San Giovanni, lo scorso giugno, dei ladri sono entrati in casa mia – ha detto Baby Gang, citato da La Repubblica -. Li ho trattenuti e poi loro mi hanno denunciato per sequestro di persona. In casa ho molti oggetti di valore e porto sempre una collana da oltre 200 mila euro. Ho preferito avere un’arma piuttosto che vivere nella paura». Una versione che non ha però convinto la gip, la quale ha ricordato che l’indagato è sottoposto a sorveglianza speciale e ha numerosi precedenti legati al possesso di armi, oltre a reati contro la persona commessi anche con l’uso di armi da fuoco. Secondo la gip, l’artista ha mostrato una «totale indifferenza verso i provvedimenti dell’autorità giudiziaria» e persiste un «elevatissimo rischio di reiterazione criminale». Alla luce di ciò, il giudice ha stabilito che l’unica misura adeguata è la custodia cautelare in carcere.

leggi anche