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L’ex comandante dell’Idf: «200 mila palestinesi uccisi o feriti a Gaza dal 7 ottobre»

13 Settembre 2025 - 10:15 Alba Romano
Herzi Halevi
Herzi Halevi
Herzi Halevi: in questa guerra ci siamo tolti i guanti, avremmo dovuto farlo prima

L’ex comandante dell’esercito israeliano Herzi Halevi ha confermato che più di 200 mila palestinesi sono stati uccisi o feriti nella guerra a Gaza. E che «nemmeno una volta» nel corso del conflitto le operazioni militari sono state inibite da pareri legali. Lo riporta il Guardian. Halevi si è dimesso dall’incarico di capo di stato maggiore a marzo, dopo aver guidato le Forze di difesa israeliane per i primi 17 mesi della guerra, che ora si avvicina al suo secondo anniversario.

«Più di 200.000 persone»

Il militare ha dichiarato, in una assemblea con i residenti del moshav (cooperativa agricola) di Ein HaBesor registrata da Ynet, che oltre il 10% dei 2,2 milioni di abitanti di Gaza è stato ucciso o ferito: «Più di 200.000 persone». Questa stima è significativa in quanto vicina alle cifre attuali fornite dal Ministero della Salute di Gaza, che i funzionari israeliani hanno spesso liquidato come propaganda di Hamas, sebbene le cifre del Ministero siano ritenute affidabili dalle agenzie umanitarie internazionali. «Questa non è una guerra gentile. Abbiamo tolto i guanti fin dal primo minuto. Purtroppo non prima», ha detto Halevi, suggerendo che Israele avrebbe dovuto adottare una linea più dura a Gaza a prescindere dall’attacco del 7 ottobre.

80% delle vittime sono civili

Il bilancio ufficiale attuale è di 64.718 palestinesi uccisi a Gaza e 163.859 feriti, dall’inizio della guerra il 7 ottobre 2023. Si teme che molte altre migliaia di persone siano morte, con i loro corpi sepolti tra le macerie. Almeno 40 persone sono state uccise venerdì negli attacchi israeliani, principalmente intorno a Gaza City. Le statistiche del ministero di Gaza non fanno distinzione tra civili e combattenti. Ma i dati trapelati dall’intelligence militare israeliana sulle vittime fino a maggio di quest’anno suggerivano che oltre l’80% dei morti erano civili.

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