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Paolo Mendico suicida a 14 anni, le violenze finite anche in una chat tra genitori: «In quella scuola anche altri casi, ne parlavo con sua mamma»

16 Settembre 2025 - 14:31 Filippo di Chio
paolo mendico latina suicidio scuola
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Alle 17 inizierà il sopralluogo nelle scuole degli ispettori del ministero. I genitori oggi sono stati convocati dai carabinieri per fornire ulteriori dettagli. La scuola fa schermo

Degli atti di bullismo contro Paolo Mendico si parlava da tempo. C’erano note scritte delle insegnanti, denunce dei genitori, persino messaggi nella chat dei genitori. Anche perché non era la prima volta che, almeno così ci si dice tra conoscenti, all’Itis “Pacinotti”, sezione distaccata di Santi Cosma e Damiano, il paesino in cui viveva Mendico, nel sud della provincia di Latina, succedevano cose del genere. Sul caso del 14enne, morto suicida nella sua cameretta la sera prima del rientro a scuola, il ministero dell’Istruzione ha già attivato una doppia ispezione. Oggi martedì 16 settembre, alle 17, al sopralluogo degli ispettori, che hanno convocato preside e insegnanti, saranno presenti anche papà Giuseppe e mamma Simonetta.

La denuncia dei familiari: «Lo sbattevano contro il muro, lo sapevano tutti»

In mattinata, i genitori di Paolo Mendico sono stati convocati dai carabinieri per essere sentiti. «Non è mai partito l’iter per proteggerlo», ha spiegato il fratello Ivan Roberto, che nei giorni scorsi aveva inviato una lettera a Giuseppe Valditara per chiedergli «provvedimenti concreti e incisivi per contrastare il fenomeno del bullismo nelle scuole italiane». Secondo il racconto di chi gli era più vicino, infatti, negli scorsi anni più volte il 14enne era stato insultato e deriso per i suoi capelli biondi e lunghi. «Lo hanno sbattuto contro il muro», ha raccontato il padre. «Incontri ne abbiamo fatti, telefonate pure. Docenti tutti coinvolti, anche insegnanti di sostegno. E l’assistente sociale? Mai intervenuta». La procura di Cassino ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. 

La denuncia in quinta elementare e i contatti con la scuola

Una denuncia ai carabinieri ai tempi della quinta elementare, quando Paolo Mendico frequentava la “Guido Rossi”. Poi da lì si era spostato a Castelforte, alla “Alfredo Fusco”. Infine le superiori. Il ragazzo a scuola era sempre andato bene, ma in zona, a Santi Cosma e Damiano, c’era solo la sede succursale dell’Itis “Pacinotti” di Fondi. Anche qui, durante tutto il primo anno, la famiglia avrebbe presentato numerose segnalazioni ed esposti, arrivando perfino – dice Giuseppe Mendico – a contattare direttamente il vicario che regge la succursale. Di concreto, però, non è cambiato nulla.

La posizione dell’istituto: «Paolo si era lamentato delle parolacce»

La dirigente scolastica della scuola, Gina Antonetti, si è difesa dalle accuse: «Non abbiamo mai ricevuto denunce. Non vedevamo Paolo da un mese e mezzo, quindi collegare il suo suicidio a quanto è accaduto al “Pacinotti” mi sembra strano», ha detto parlando con AdnKronos. E ha poi aggiunto che Paolo Mendico «si lamentava solo del fatto che i compagni dicevano parolacce e si comportavano male». Contattata da Open dopo la ultime parole della famiglia, la scuola non ha commentato. Per il fratello di Paolo, invece, «può essere che la preside non ne sappia nulla perché quella dove andava Paolo era una sede distaccata. Ma ci sono decine di chat e infinite discussioni in gruppi scolastici che dimostrano tutto, oltre a quaderni con note messe e firmate da insegnanti».

Bullismo al “Pacinotti”, una donna: «Con la mamma di Paolo ne parlavamo spesso»

Eppure è sempre la stessa dirigente scolastica ad ammettere la possibilità che qualcosa sia successo: «Forse qualche nostro alunno ha fatto qualcosa che non doveva fare, ma di sicuro la scuola non era al corrente di questo». Ed effettivamente, a sentire Giuseppe Mendico, di casi di bullismo al “Pacinotti” che ce ne sarebbero stati vari, e non solo contro suo figlio. «Le stesse persone che hanno preso di mira Paolo fuori dalla scuola continuavano con altri ragazzi. In più occasioni sono anche intervenuti i vigili e i carabinieri, almeno così mi hanno riferito». Su un forum di Facebook, abitato principalmente dai residenti del paesino laziale, una donna anonima conferma la sua versione: «Quella scuola ha avuto tanti casi, anche mia figlia è stata bullizzata. Con la mamma (di Paolo, ndr) ci mettevamo a parlare dei nostri bimbi, ognuna condivideva confidenze o dolori riguardo allo stesso argomento del bullismo». 

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