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Camera ad un passo dalla rissa dopo il sì alla riforma della giustizia. E la tensione esplode su Gaza: le opposizioni via dall’aula fino a martedì

18 Settembre 2025 - 15:24 Sofia Spagnoli
parlamento tensione camera
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Gli applausi in Aula della maggioranza e del governo scatenano il caos. La tensione si sposta sulla crisi a Gaza, l'opposizione chiede al governo di andare in Parlamento

Mattinata infuocata oggi, 18 settembre, nell’Aula della Camera. La seduta si è trasformata presto in una bagarre dai toni accesissimi, con ripetute sospensioni e scontri verbali (ma ad un passo da quelli fisici). Tutto questo, nel giorno in cui la riforma della giustizia – che prevede, tra le altre cose, la separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante – ha ottenuto il via libera in terza lettura. Ma se a infiammare inizialmente l’Aula è stata la riforma, la tensione si è poi spostata su tutt’altro fronte: la crisi in Medio Oriente e la situazione a Gaza. In segno di protesta, i capigruppo delle forze di opposizione hanno annunciato la decisione di non prendere parte ai lavori parlamentari fino a martedì 23 settembre, chiedendo che il governo formuli delle comunicazioni in Aula sulla crisi in corso, aprendo così la strada a un dibattito e a un voto.

Gli applausi nel centrodestra e le proteste in Aula

È stato tutto un climax ascendente: la tensione è esplosa subito dopo l’approvazione del testo. Dai banchi del centrodestra sono partiti applausi scroscianti, con i deputati in piedi a celebrare il momento. Tra loro – a sorpresa – c’era anche Marta Fascina, deputata di Forza Italia ed ex compagna di Silvio Berlusconi, che, intercettata all’uscita dall’Aula, ha rivendicato la riforma come una battaglia berlusconiana: «Dal paradiso continui a fare la storia», gioisce. Ma tornando all’Aula, a far infuriare il centrosinistra è stato il comportamento dei membri del governo. Secondo diverse ricostruzioni, alcuni ministri (presenti Tajani, Foti, Giorgetti, Roccella e Nordio) insieme a sottosegretari, avrebbero partecipato agli applausi, gesto considerato istituzionalmente scorretto. Una questione di galateo parlamentare. Tra i deputati dem c’è chi giura di aver visto applaudire anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sebbene da lui sia arrivata una smentita netta. Il gesto ha immediatamente scatenato la reazione dell’opposizione: i deputati si sono alzati e si sono diretti verso i banchi del governo a protestare. Diversi parlamentari stavano per arrivare alle mani. A quel punto il vicepresidente della Camera, Sergio Costa, ha deciso di sospendere i lavori per riportare la calma.

Gli interventi su Gaza e il caos

Una pausa brevissima, che anziché stemperare le tensioni, le ha anzi amplificate. Al ripristino dei lavori hanno preso la parola diversi esponenti di opposizione (Nicola Fratoianni, Chiara Braga, Riccardo Magi, Riccardo Ricciardi e Davide Faraone) che hanno sollecitato il Governo a fornire comunicazioni sulla situazione a Gaza. Ma nessuno dei ministri presenti è intervenuto. A quel punto la dem Braga, che parlando aveva espresso dure critiche all’Esecutivo, si è avvicinata al vicepresidente, esortandolo a richiedere al Governo di assumere una posizione ufficiale. Costa ha replicato di non poter agire qualora il Governo scelga di non esprimersi. La situazione è rapidamente degenerata: i deputati di centrosinistra si sono raccolti davanti ai ministri Nordio e Tajani (gli unici presenti a quel punto) che sono rimasti impassibili. Di fronte a questa escalation, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha convocato una riunione urgente con tutti i capigruppo di opposizione nel suo ufficio.

La riunione con Fontana

Durante la riunione, durata circa mezz’ora, i capigruppo hanno chiesto a Fontana di invitare il Governo, e in particolare la premier Meloni, a presentarsi in Aula con comunicazioni formali, e non con una semplice informativa. La distinzione è rilevante: l’informativa rappresenta un aggiornamento di carattere più generico. La comunicazione, invece, secondo il regolamento della Camera, implica l’apertura di un dibattito formale e la successiva votazione in Aula su documenti chiamati risoluzioni, presentati dai gruppi parlamentari. Una richiesta che assume particolare rilievo in vista dei prossimi voti che si terranno a Bruxelles sulla posizione dell’Italia riguardo alle sanzioni nei confronti di Israele. Fontana ha promesso di sollecitare il Governo affinché si presenti in Aula con le comunicazioni sulla situazione a Gaza. L’opposizione, dal canto suo, ha fatto sapere che, in caso contrario, è pronta a rinnovare la sospensione delle sedute parlamentari anche oltre martedì.

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