Mattia Furlani, la squalifica sventata dalla mamma allenatrice Kathy Seck: «Perché dopo la gara l’ho sgridato»


Dietro al successo di Mattia Furlani, 20 anni, medaglia d’oro ai mondiali di Tokyo nel salto in lungo, c’è anche la mamma. Nella doppia e complicata veste di allenatrice e genitore. Kathy Seck si è raccontata ai media italiani, parlando di Mattia e delle fasi concitate prima del salto decisivo. Un primo sguardo sulla vita privata del giovane figlio d’arte: la mamma Kathy velocista, il padre Marcello saltatore in alto. Dalle tappe bruciate già da bambino, «non gattonava, correva», fino ai 5 anni quando assistendo al Golden Gala di Roma si è convinto di voler fare l’atleta.
La madre-coach e il sogno di diventare atleta
«Devi essere un killer. Una frase che una madre non direbbe mai, però in quel momento ero la sua coach». Lo stretto rapporto tra i due si è visto fino all’ultimo istante prima del salto record: «Sapevo che sarebbe andata bene: la vigilia della finale l’abbiamo trascorsa insieme, non si è mai lamentato nemmeno di un dolorino. Ho pensato: vince». Orgoglio materno e consigli tecnici: «Gli ho detto stai attento alla ritmica. Nella fase finale della rincorsa lui tende a non rispettare i tempi e così perde velocità. Mattia è stato bravo ad ascoltarmi». Kathy Seck ha svelato anche il momento di svolta di Furlani, a 5 anni, durante il Golden Gala di Roma: «Sugli spalti dell’Olimpico ci ha detto: “Da grande voglio fare l’atleta”».
Salvato dalla squalifica: «L’ho sgridato, rischiava l’ammonizione»
L’intervento di Kathy Seck è servito anche dopo la gara, quando senza farsi prendere dall’euforia ha frenato il figlio che si stava strappando la pettorina: «L’ho sgridato perché rischiava l’ammonizione del giudice!». E annuncia almeno un mese di riposo totale dagli allenamenti: «Non riprendiamo fino al 20 ottobre. Che vada pure in vacanza con la morosa, io voglio stare tranquilla».