L’esercito israeliano, la minaccia in arabo prima dell’assalto a Gaza: «Useremo una forza senza precedenti: andate via». Riparte la Global Sumud Flotilla: «Stavolta non ci fermiamo più»


L’esercito israeliano ha dichiarato che continuerà ad usare «una forza senza precedenti» a Gaza City, nel territorio palestinese settentrionale, dove sta conducendo una massiccia offensiva, invitando la popolazione a evacuare. «Le forze israeliane continueranno le loro operazioni con una forza senza precedenti contro Hamas e altre organizzazioni terroristiche», ha dichiarato il portavoce di lingua araba, il colonnello Avichay Adraee, su X, invitando la popolazione a evacuare e «unirsi alle centinaia di migliaia di residenti che sono stati evacuati nella zona umanitaria nel sud» della Striscia di Gaza devastata dalla guerra.
L’Idf: «La metà dei residenti di Gaza city è andata via»
Secondo le ultime stime dell’Idf, circa 480.000 palestinesi sono finora fuggite da Gaza City, dirigendosi verso il sud della Striscia così come aveva intimato l’esercito israeliano prima di intensificare le operazioni in città. Dalle ultime stime, i palestinesi che ancora si trovavano a Gaza prima dell’attacco erano circa un milione. Almeno quattro palestinesi, inclusi due bambini, sono stati uccisi dall’alba di oggi in una serie di attacchi delle forze armate israeliane nel Sud della Striscia di Gaza, a Khan Younis, zona in cui si trovano le tende delle famiglie sfollate. Lo riferisce l’agenzia palestinese Wafa, citando fonti mediche. Secondo la stessa fonte, a Deir al-Balah, nella zona centrale, un uomo è stato ucciso e diversi altri sono rimasti feriti dopo il bombardamento dei pressi della vecchia Moschea. Un altro civile è stato ucciso a ovest del campo di Nuseirat in un attacco con droni.
Partita la Global Sumud Flotilla da Siracusa
«Siamo partiti, stavolta non ci fermiamo più», così Maria Elena Delia, portavoce della Global Sumud Flotilla e insegnante di matematica e scienze in una scuola media di Torino, ufficializza dalla rada di Portopalo di Capo Passero, nel Siracusano, la partenza di 42 barche dirette a Gaza per portare aiuti umanitari, assieme ad altre sei salpate dalla Grecia. Sarebbero circa 600 le persone distribuite sulle imbarcazioni di cui 165 italiane. «Abbiamo lasciato Portopalo e c’è un grande senso di liberazione perché mettere insieme tante barche così non è facile. Il piano è andare verso Gaza dove in questo momento c’è un black out delle comunicazioni, il che non vuol dire che non stiano accadendo cose che stanno andando oltre il disumano, superando limiti che pensavano non si potessero superare» aggiunge.
Israele chiude due valichi con la Giordania
Dopo che ieri, 19 settembre, un autista che trasportava aiuti umanitari dalla Giordania a Gaza ha aperto il fuoco e ucciso due militari israeliani, il governo di Netanyahu ha chiuso l’unica via di accesso tra la Cisgiordania e la Giordania. L’Autorità aeroportuale israeliana, che gestisce il ponte di Allenby, ha annunciato che rimarrà chiuso fino a nuovo avviso. Anche i due valichi tra Israele e la Giordania sono stati interessati: il valico del fiume Giordano a nord è stato chiuso, mentre il valico di Rabin a sud è rimasto aperto solo per i lavoratori.
Padre Romanelli: «Le armi hanno preso il sopravvento»
Padre Gabriel Romanelli, parroco della parrocchia di Gaza che ha deciso di non obbedire all’ordine di evacuazione, è intervenuto con un video messaggio durante le celebrazioni per San Gennaro a Napoli: «La situazione continua ad essere molto grave in tutta la Striscia di Gaza con i bombardamenti. Continua una situazione di guerra e continua la morte che già si è portata via decine di migliaia di persone: sono stati uccisi più di 18mila bambini e gli ostaggi ancora non hanno sperimentato il diritto di vivere in libertà, i feriti e gli ammalati non hanno ancora possibilità di cura perché all’ospedale manca tutto. Le armi hanno preso il sopravvento»
Anp: «Veto Usa pericoloso, incoraggia Israele»
Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, ha espresso «profondo rammarico e sconcerto» per il veto posto dagli Stati Uniti alla bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiedeva un cessate il fuoco immediato a Gaza, sostenuta dagli altri 14 membri del Consiglio. Abu Rudeineh ha definito «schiacciante» il sostegno internazionale alla risoluzione, sottolineando che il veto americano rischia di mandare un messaggio pericoloso, «incoraggiando Israele a continuare a commettere crimini e a sfidare il diritto e la legittimità internazionali». Ha poi esortato Washington a riconsiderare la propria posizione.
New York, Adams: «Netanyahu sarà accolto come gli altri leader»
Il sindaco di New York, Eric Adams, ha confermato che incontrerà Benjamin Netanyahu durante la sua visita in città per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. «Sarà accolto come gli altri dignitari», ha dichiarato in conferenza stampa, precisando che «esiste una cosa chiamata immunità diplomatica». Oltretutto, la giurisdizione della Corte Penale Internazionale non si estende agli Stati Uniti, per cui il sindaco di New York non avrebbe autorità per eseguire il mandato di arresto. Intanto, secondo il Times of Israel, il presidente Donald Trump ha dato il via libera all’ex premier britannico Tony Blair per costruire consenso internazionale attorno alla sua proposta di istituire un organismo di transizione per governare Gaza dopo la guerra, fino alla sua riconsegna all’Autorità Nazionale Palestinese.
La proposta
La proposta, elaborata nei primi mesi del conflitto, prevede la creazione di un’«Autorità internazionale di transizione di Gaza» e di una «Property Rights Preservation Unit» per garantire il diritto dei cittadini a mantenere la proprietà delle loro case anche in caso di partenza volontaria. Il piano, sottolinea il quotidiano, non menziona progetti di sfollamento forzato o un supporto alla Trump Riviera, ma la bozza stilata da Blair non è ancora stata resa pubblica.