Ultime notizie AtleticaCharlie KirkFestival di OpenGazaGlobal Sumud Flotilla
POLITICABancheEmilia-RomagnaFestival di OpenGiancarlo GiorgettiGoverno MeloniParmaVideo

Festival di Open, il ministro Giorgetti sulla prossima manovra: «Ci sarà un “pizzicotto” alle banche» – Il video

20 Settembre 2025 - 13:47 Bruno Gaetani
Il titolare del Mef, collegato da Copenhagen con il palco di Parma: «Inimmaginabile tagliare welfare o sanità per aumentare le spese militari»

C’è anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, tra gli ospiti della seconda giornata del Festival di Open, in corso dal 19 al 21 settembre a Parma. Dal palco di Parma, il titolare del Mef parla innanzitutto del rating di Fitch sul debito sovrano italiano, che ieri ha visto una promozione a BBB+: «Finalmente ci viene riconosciuto il lavoro che abbiamo fatto, a partire dalla drastica riduzione dello spread. Quella promozione è il frutto di un lavoro che non incasso io, ma il Paese, i cittadini e, ahimè, anche le banche».

L’ipotesi di una riduzione dell’Irpef

Per quanto riguarda la manovra, su cui il governo ha iniziato a lavorare dopo la pausa estiva, Giorgetti assicura che «un tesoretto da spendere non c’è». Una delle ipotesi ventilate dai giornali riguarda la riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per la seconda fascia di reddito (fino a 50mila euro, forse estendibile fino a 60mila). A questo proposito, il titolare del Mef dice: «Tutta questa disciplina nella finanza pubblica serve a ridurre il carico fiscale sugli italiani. Questa è una priorità del governo, non solo una promessa elettorale. Confido di portare dei risultati in questo senso».

Il «pizzicotto» alle banche

Per recuperare i soldi necessari a un eventuale taglio delle tasse, il governo potrebbe pensare di chiedere un sacrificio alle banche. «In passato ho parlato di un “pizzicotto” e qualcuno se l’è presa», dice Giorgetti in collegamento da Copenhagen con il Festival di Open. Dalle parole del titolare del Mef si capisce che un qualche sacrificio potrebbe davvero essere chiesto agli istituti bancari in vista della prossima manovra: «Diciamo un pizzicotto alle banche, ecco. Un pizzicotto a casa mia era qualcosa di affettuoso, non era uno sberlone. L’Italia è un sistema in cui, se c’è coerenza e coesione, possiamo fare tante cose. Lo standing del sistema bancario italiano è migliorato in questi anni anche grazie agli sforzi del governo». E le banche già ne sono a conoscenza di quello che arriverà? «Io penso che anche chi opera nel sistema bancario immagina già che tipo di contributo possa dare.».

Lo stato dell’economia italiana

A prescindere dalle promesse elettorali che conterrà la prossima legge di bilancio, Giorgetti assicura: «Il timone lo so manovrare, quindi la rotta da seguire ce l’ho». E sulla tenuta più generale dell’economia italiana, aggiunge: «Se prendiamo a livello singolo ogni italiano, siamo migliori di altri. L’imprenditore, preso singolarmente, è più creativo e riesce a sopravvivere a pandemia e dazi. È la virtù collettiva che in qualche modo ci manca. Se eliminiamo svarioni e cedimenti che sono comuni alla politica per acquisire consenso, rimettiamo in asse la barca e possiamo andare lontano»

Spese per la difesa? Sì, ma senza tagli al welfare

Tra le questioni di cui il Mef si ritrova ad occupare c’è anche l’aumento delle spese militari, nuova priorità indicata dalla Nato e dalla Ue, su cui anche il governo italiano ha fatto promesse importanti per gli anni a venire. Ma c’è il rischio che un aumento delle spese destinate al comparto della sicurezza porti a inevitabili tagli altrove? «Non è assolutamente immaginabile fare tagli allo stato sociale o alla sanità per aumentare le spese in difesa. Al massimo, si può lavorare su un trattamento diverso sulle spese per la difesa, come fatto dall’Europa». All’Ecofin di oggi a Copenhagen, per esempio, i ministri dell’Economia dei Paesi Ue hanno parlato di come «mettere a frutto gli asset russi immobilizzati per aiutare l’Ucraina senza gravare sui bilanci dei governi europei».

La rottamazione delle cartelle esattoriali chiesta da Salvini

In vista della prossima manovra c’è anche l’ipotesi di una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. Una richiesta che il leader leghista Matteo Salvini «ha posto in termini significativi e pressanti», ammette Giorgetti. «A me piacerebbe parlare di pace fiscale, non di rottamazione. Chi non vuole fare questa pace con il fisco – aggiunge il titolare del Mef – deve aspettarsi un po’ di guerra. Io faccio il ministro dell’Economia e delle Finanze e ho una coalizione di partiti che propongono un sacco di cose. Con la presidente Meloni troveremo un equilibrio per accontentare tutti senza scassare il bilancio pubblico».

leggi anche