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«Putin vuole l’escalation, sa che Trump non si spenderà per Kiev», la voce velenosa dal Cremlino. Tajani scettico: «Nessuna svolta sulla pace fino al 2026»

20 Settembre 2025 - 17:52 Ugo Milano
vladimir putin russia ucraina guerra
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Anche il ministro degli Esteri italiano, intervenuto al Festival di Open, è convinto del carattere «dimostrativo» delle azioni del Cremlino. Zelensky incontrerà il presidente americano a New York, a margine dell'assemblea dell'Onu. E insiste perché gli alleati aumentino le sanzioni contro Mosca

Per mettere ancora più spalle al muro l’Ucraina, l’unica strada è l’escalation militare. È questa la certezza cui sarebbe giunto il presidente russo Vladimir Putin, secondo quanto riferisce Bloomberg. Anche perché – di questo è sicuro il Cremlino – gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di sforzarsi eccessivamente per appoggiare la difesa militare di Kiev. «È importante per Putin dimostrare che può aggravare la situazione», ha spiegato l’analista russa Vita Spivak. «Sta cercando di aumentare la sua influenza in vista del prossimo round di negoziati sull’Ucraina, quando e se avrà luogo».

L’insistenza di Zelensky: «Servono sanzioni»

Sarebbe proprio per portare a compimento questa strategia militare e geopolitica che nelle ultime settimane gli attacchi sull’intero territorio ucraino si sarebbero intensificati. Il leader di Kiev, Volodymyr Zelensky, continua a non arretrare sulle concessioni di territori e insiste per aumentare la pressione su Mosca: «Credo che stiamo perdendo molto tempo se non vengono imposte sanzioni o non vengono adottate misure concrete». Nei prossimi giorni Zelensky dovrebbe incontrarsi di persona con Donald Trump, a margine dell’Assemblea generale Onu a New York. Intanto l’Europa e Washington valutano nuovi pacchetti di sanzioni

I dubbi sulle trattative di pace, Tajani: «Non ci saranno svolte fino al 2026»

Anche Antonio Tajani, parlando dal palco del Festival di Open delle violazioni dello spazio aereo europeo, ha sostenuto che «Putin non vuole una guerra, ma intende dimostrare la sua forza». Ma al contempo, nonostante i ripetuti tentativi di intavolare trattative che portassero a avanzamenti concreti verso la pace, la soluzione sembra lontana: «Non sono mai stato ottimista sui tempi», ha confessato il ministro degli Esteri. «Il tunnel è ancora lungo: prima della fine dell’anno non ci saranno svolte». 

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