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Truffa all’Inps, la Giunta del Senato tutela Santanchè: perché mail e chat potrebbero non essere utilizzate in tribunale

23 Settembre 2025 - 18:09 Ugo Milano
santanchè Inps mail messaggi
santanchè Inps mail messaggi
La Giunta per le immunità del Senato ha accolto il conflitto di attribuzione sollevato dalla ministra del Turismo. Secondo i suoi legali, alcune comunicazioni digitali non potevano essere inserite negli atti processuali senza autorizzazione parlamentare

La Giunta per le immunità del Senato ha dato parere favorevole al conflitto di attribuzione presentato dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè. La decisione riguarda l’utilizzo, nell’ambito del processo sulla presunta truffa all’Inps, di mail e chat della senatrice meloniana. I suoi legali sostengono siano state acquisite senza l’autorizzazione preventiva richiesta dalla Costituzione. Se confermata dall’Aula, la decisione potrebbe impedire che quelle comunicazioni vengano impiegate nel procedimento. Questo allungherebbe ulteriormente i tempi prima dell’udienza preliminare definitiva, in cui la ministra potrebbe ricevere il rinvio a giudizio. La prossima udienza è già fissata per il prossimo 17 ottobre, quando la Gup di Milano Tiziana Gueli interrogherà la Santanchè. A riportare la notizia è il quotidiano Domani.

Il caso Visibilia

Il caso riguarda circa 126 mila euro versati a tredici dipendenti del gruppo Visibilia, che risultavano in cassa integrazione a zero ore pur continuando a lavorare. Non è l’unica vicenda giudiziaria per la ministra. Santanchè è già imputata a Milano per presunte false comunicazioni sociali sui bilanci delle società del gruppo editoriale e a Roma per diffamazione nei confronti dell’ex socio Giuseppe Zeno.

La reazione della senatrice Ilaria Cucchi

La Giunta ha approvato la proposta di sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Consulta a maggioranza, con voto contrario tra gli altri della senatrice Ilaria Cucchi. Nella relazione, Cucchi ha spiegato che «se un privato registra autonomamente una conversazione con un parlamentare e consegna la registrazione all’autorità giudiziaria, non si configura un’intercettazione e non serve l’autorizzazione prevista dall’articolo 68. In tal caso, il parlamentare non gode di alcuna tutela aggiuntiva rispetto a ogni altro cittadino». La decisione definitiva spetterà ora all’Aula del Senato.

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