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L’accordo per esportare alcolici in Indonesia di cui Bruxelles non vuole parlare

24 Settembre 2025 - 15:36 Gianluca Brambilla
ue indonesia accordo alcolici
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È la prima volta che il Paese asiatico, il più grande al mondo a maggioranza musulmana, offre concessioni sugli alcolici a un partner commerciale. Ma ha chiesto all'Ue di non far riferimento a vini e liquori nelle sue comunicazioni ufficiali

L’accordo commerciale che l’Unione europea e l’Indonesia sono vicine a siglare contiene una piccola rivoluzione per le aziende europee di alcolici. Dopo anni di colloqui, Bruxelles ha annunciato nelle scorse ore di aver concluso i negoziati dell’intesa con Giacarta. Una delle principali riguarda la possibilità per le aziende che producono vini e liquori nel Vecchio Continente di esportare i propri prodotti in Indonesia. Peccato che si tratti di una questione molto controversa per i negoziatori asiatici, che hanno accettato di aprire il proprio mercato, ma – rivela Politico – solo a patto di mantenere un certo riserbo.

La corsa di Bruxelles per trovare nuovi partner commerciali

A imprimere un’accelerata ai negoziati commerciali tra Bruxelles e Indonesia ha contribuito in modo determinante il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. In risposta alla guerra commerciale scatenata da Washington, l’Unione europea ha iniziato a darsi da fare per divincolarsi dall’alleato d’oltreoceano intensificando la ricerca di nuovi e più affidabili partner commerciali. Nelle scorse settimane, sono stati annunciati accordi con il Messico e il Mercosur, oltre all’avvio di una strategia per approfondire i legami con l’India. Alla lista delle nuove intese commerciali potrebbe aggiungersi presto anche l’Indonesia, con cui Bruxelles ha chiuso i negoziati proprio nei giorni scorsi.

Cosa prevede l’intesa tra Ue e Indonesia

L’intesa riduce significativamente i dazi, apre il mercato indonesiano alle aziende europee e tutela settori chiave come agricoltura, automotive, chimica e macchinari. «Il nostro accordo con l’Indonesia crea nuove opportunità per imprese e agricoltori e ci garantisce anche un approvvigionamento stabile e prevedibile di materie prime essenziali per l’industria Ue delle tecnologie pulite e dell’acciaio», ha evidenziato Ursula von der Leyen annunciando la conclusione dei negoziati. Nelle prime stime offerte dall’Ue, gli esportatori europei risparmieranno circa 600 milioni di euro all’anno in dazi e potranno vendere i propri prodotti a prezzi più accessibili per i consumatori indonesiani. L’accordo prevede l’eliminazione dei dazi sul 98,5% delle linee tariffarie e punta a favorire non solo il commercio ma anche nuovi investimenti in comparti strategici, come la farmaceutica e i veicoli elettrici. Per gli agricoltori europei ci sarà il via libera per le esportazioni di latticini, carne, frutta e verdura, mentre prodotti sensibili come riso, zucchero e banane fresche resteranno soggetti a tariffe o quote di salvaguardia.

EPA/Made Nagi | Il ministro indonesiano al Commercio, Airlangga Hartarto, e il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, annunciano la conclusione dei negoziati commerciali, 23 settembre 2025

La piccola rivoluzione (silenziosa) sugli alcolici

Ma nelle comunicazioni ufficiali della Commissione europea sull’accordo c’è una grossa novità che non viene menzionata: l’apertura del mercato indonesiano agli esportatori europei di vino e liquori. «Non lo stiamo pubblicizzando troppo a causa della delicatezza della questione per i nostri partner. Non volevamo che finisse sui giornali», ha dichiarato a Politico un alto funzionario Ue. Dietro la cautela di Bruxelles e di Giacarta c’è la rigida impostazione culturale e religiosa dell’Indonesia – che è il più grande Paese a maggioranza musulmana al mondo – in materia di alcolici. «Alcuni delegati dall’altra parte dicevano: “Rischio la vita facendo questo accordo”», ha spiegato sempre a Politico un altro funzionario europeo.

L’obiettivo delle aziende Ue: conquistare i turisti di Bali

Le quote incluse nell’accordo tra Ue e Indonesia sono piuttosto modeste: 1.985 tonnellate per il vino e 400 tonnellate per i superalcolici. A tutti questi prodotti sarà applicato un dazio del 5%. Dopo lo sforamento di quei limiti, le aliquote schizzano al 90% per il vino e al 150% per i superalcolici. «L’Indonesia non ha mai fatto concessioni sugli alcolici a nessun partner commerciale», sottolinea ancora uno dei due funzionari Ue. Nel Paese asiatico, il consumo annuo di alcol è decisamente contenuto: circa 0,1 litri di alcol puro pro capite. Ma ci sono alcune località turistiche, a partire dalla gettonatissima Bali, dove la domanda di alcolici è simile agli standard europei e occidentali.

Foto copertina: Dreamstime/Enrique Gomez Tamez

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