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Così i portuali di Livorno hanno fermato una nave militare americana con armi per Camp Darby

24 Settembre 2025 - 06:12 Alessandro D’Amato
slnc severn
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La Slnc Severn trasportava mezzi e caterpillar. Si lavora all'individuazione di un porto alternativo. Ma i più vicini sono tutti mobilitati

I lavoratori portuali di Livorno fermano una nave militare americana. Un presidio permanente organizzato dall’Usb ha fatto scegliere di cambiare il porto d’attracco dell’imbarcazione Slnc Severn, che batte bandiera dell’Alaska. Secondo alcune fonti l’imbarcazione trasporta mezzi e caterpillar destinati a Camp Darby, base militare dell’esercito italiano dove sono stanziate e operano unità militari statunitensi, situata nella Tenuta di Tombolo del comune di Pisa. Si lavora all’individuazione di un porto alternativo. «Manterremo comunque il presidio finché non ci sarà comunicato ufficialmente il nuovo porto di destinazione», dice il portuale Giovanni Ceraolo.

Il blocco della Slnc Severn

La Stampa fa sapere che l’armatore avrebbe accettato anche il dirottamento in un porto non italiano. I porti alternativi italiani potrebbero essere Savona, La Spezia o Marina di Carrara. La protesta è cominciata lunedì 22 settembre all’alba. Gli operai hanno occupato il varco Valentini. Poi si sono riuniti in presidio permanente sulla banchina d’attracco della nave. Da allora la Slnc Severn è in mare. L’ultima posizione ufficiale rilevata dai sistemi di tracciamento della navigazione è di ieri alle 11, 20 fra Civitavecchia e la Corsica. Ma in serata è stata vista in rada a Livorno. «È probabile che i tempi per l’individuazione del nuovo porto non siano immediati. Questo perché la protesta dei portuali sta crescendo un po’ ovunque. Nessuno vuole essere complice del genocidio», dice Ceraolo.

La manifestazione unitaria contro le armi

Le manifestazioni di Livorno sono state organizzate dall’Usb e dal Gruppo autonomo portuale, analogo al Calp di Genova, il Collettivo autonomo lavoratori portuali. «Devono mettere in conto di dover manganellare e portare via di peso trecento persone che stanno dormendo in banchina e che non accetteranno mai di andarsene senza certezze e di lavorare per la guerra», conclude. Sabato 27 settembre arriveranno a Genova le delegazioni di lavoratori di altri porti europei per discutere dell’organizzazione di una grande manifestazione unitaria contro il traffico di armi.

Foto copertina da: Vessel Finder