Zero armi ad aprile e zero a giugno esportate dall’Italia in Israele. Secondo l’Istat è diventato reale l’impegno preso dal governo dopo Gaza


Dalla fine del primo semestre 2025 sta diventando vera l’affermazione più volte fatta dai vertici del governo italiano (a iniziare dal ministro della Difesa, Guido Crosetto) sullo stop che l’Italia avrebbe imposto all’export di armi e armamenti verso lo stato di Israele. Il governo italiano ha sempre assicurato che questo stop era in vigore dal mese di ottobre del 2023, quando Israele è entrato in guerra contro Hamas. Ed è vero che da quel mese non sono state più concesse autorizzazioni all’export sia di armamenti classici sia di materiali e attrezzatture dual use (sia civile che militare). Ma le esportazioni, come certificato dai dati periodici censiti dall’Istat, sono comunque proseguite per onorare i vecchi contratti.
Sia ad aprile che a giugno zero export in armi e armamenti sia militari che dual use
Sulla fine del primo trimestre 2025, sempre secondo i dati Istat, questo flusso di export ha iniziato ad esaurirsi. E alla voce numero 93 della tabella sull’export (armi, munizioni e loro parti ed accessori) figurano esportazioni verso Israele per zero euro sia nel mese di aprile che in quello di giugno. A maggio invece ancora una mini-consegna di materiali militari, per un valore di 29.702 euro. L’Italia invece continua ad importare armi e munizioni da Israele, anche se solo nel mese di gennaio lo ha fatto per cifre importanti (21,79 milioni di euro). Complessivamente nel primo semestre 2026 l’Italia ha importato da Israele armamenti per un valore di 22,9 milioni di euro e ha esportato in Israele armamenti sulla base dei vecchi contratti per un totale di 227 mila euro. Cifra anche questa di scarso peso. Negli ultimi 12 mesi censiti da Istat (da luglio 2024 a giugno 2025 compreso) l’import di armi da Israele è stato per un valore di 35,9 milioni di euro e l’export di armi è avvenuto per un valore di 579.099 euro. Stanno quindi per esaurirsi completamente anche i vecchi contratti.

Nella voce Istat compresi anche armamenti civili e armi sportive come spade e sciabole
Alla voce Istat che raggruppa quelle voci di import export sono comprese sia «armi da guerra, incluse pistole mitragliatrici (escl. rivoltelle, pistole ed armi bianche) rivoltelle e pistole, armi da fuoco» che «congegni simili che utilizzano la deflagrazione della polvere come fucili e carabine da caccia, armi da fuoco caricabili soltanto dalla canna, pistole lanciarazzi ed altri congegni costruiti unicamente per il lancio di razzi di segnalazione» e «pistole e rivoltelle per il tiro a salve, pistole a chiodo per mattatoi, cannoni lancia gomene». Comprese anche tutte le munizioni sia per strumenti chiaramente militari che per quelli dual use e anche «sciabole, spade, baionette, lance ad altre armi bianche, loro parti e foderi (escl. armi di metalli preziosi o di metalli placcati o ricoperti di metalli preziosi, armi spuntate per la scherma, coltelli da caccia e pugnali, coltelli da campeggio, coltelli a lama tranciante o dentata, roncoli ed altri oggetti di coltelleria, cinturoni e simili di cuoio o di materie tessili, nappe)», utilizzati per uso civile o uso sportivo.