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Michele D’Angelo, il docente italiano detenuto da agosto in un carcere in Albania: ecco cosa è successo

26 Settembre 2025 - 12:12 Davide Aldrigo
d'angelo albania docente
d'angelo albania docente
Le autorità locali contestano al professore di aver abbandonato la sua auto dopo un incidente. D'Alfonso (Pd): «Misura cautelare sproporzionata, si adottino alternative»

È detenuto da quasi due mesi nella prigione di Fier, in Albania, Michele D’Angelo, 44 anni, docente di biologia all’Università dell’Aquila e volto noto della comunità accademica. Le autorità albanesi gli contestano la «violazione delle norme sulla circolazione» e «l’abbandono del veicolo» per un incidente stradale nel quale è stato coinvolto, ma i contorni della vicenda non sono ancora definiti. L’ateneo aquilano e le istituzioni italiane attendono spiegazioni ufficiali e chiarimenti sul trattamento riservato al docente, ma per il deputato abruzzese Luciano D’Alfonso (Pd), che avrebbe parlato con il presidente albanese Begaj, si tratterebbe di una «misura cautelare sproporzionata».

L’incidente in Albania

A quanto si apprende, l’incidente che ha provocato l’arresto del professore sarebbe avvenuto lo scorso 8 agosto. D’Angelo stava percorrendo la strada Levan-Fier quando la sua Lancia Ypsilon sarebbe stata centrata dalla Mercedes guidata da un cittadino albanese – se ne conoscono solo le iniziali, E.S. – che pare avesse perso il controllo del veicolo mentre viaggiava ad alta velocità. Secondo persone vicine al professore, «lui procedeva a 40 km orari, si è trovato davanti un’altra vettura che andava molto più veloce e non ha potuto evitarla». Le autorità albanesi sostengono che a questo punto D’Angelo si sarebbe allontanato dall’auto, un gesto che i suoi difensori hanno spiegato come una reazione istintiva e non come un tentativo di fuga.

La richiesta di misure cautelari alternative e il ritorno in Italia

Come riferisce il quotidiano Il Centro, il deputato Pd Luciano D’Alfonso ha presentato, il 19 settembre scorso, un’interrogazione indirizzata al presidente albanese Bajram Begaj, sollecitando la massima cooperazione bilaterale. «Il professor D’Angelo» cita un passaggio del documento «si è immediatamente messo a disposizione delle autorità albanesi, prestando piena collaborazione e rilasciando una deposizione circostanziata, come documentato dalle telecamere e riportato dagli organi di stampa albanesi». Il parlamentare ha sottolineato che la situazione «richiede una risposta rapida», auspicando che vengano adottate «misure cautelari alternative alla detenzione», che permetterebbero al professore di rientrare in Italia.

Chi è Michele D’Angelo

D’Alfonso ha ricordato il profilo del docente: «Il professor D’Angelo è incensurato, membro stimato della comunità accademica e scienziato di valore». Il rientro in Italia, sottolinea, è essenziale «non solo per motivi affettivi e di salute», ma anche «per ragioni professionali». Il docente riveste infatti numerosi incarichi nell’Università dell’Aquila, è molto apprezzato nei corsi di laurea in scienze biologiche, in scienze della salute e nutrizione e nel corso di neuroscienze. Collabora inoltre come Associate Professor con lo Sbarro Institute for Cancer Research and Biotechnology e il dipartimento di biologia della Temple University di Philadelphia, dove coordina ricerche congiunte e progetti finanziati di rilevanza internazionale. «La sua assenza» avverte D’Alfonso «potrebbe compromettere il completamento dei progetti, con conseguenze pesantissime in termini di revoca dei finanziamenti e danno per l’intero ateneo».

La mobilitazione dell’Università dell’Aquila per D’Angelo

In attesa di novità sul caso, l’Università dell’Aquila ha espresso mobilitazione. «Stiamo facendo il possibile – ha commentato il rettore eletto Fabio Graziosi – per chiedere la liberazione del docente e per ridurre la pressione psicologica delle persone coinvolte». Sul caso è intervenuta anche la direttrice del dipartimento dell’Università, Anna Maria Cimini: «A nome mio e di tutto il Dipartimento, esprimo profonda preoccupazione per la limitazione della libertà e per le condizioni psicologiche di un professore tanto importante, attivo ed estremamente stimato da tutti», ha dichiarato. «Ci auguriamo che tutte le iniziative messe in campo portino al suo immediato ritorno a casa».

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