Dopo dieci anni tornano in vigore le sanzioni dell’Onu contro l’Iran. Parigi, Londra e Berlino avvertono Teheran: «Si eviti l’escalation»


Dopo quasi un decennio, le sanzioni delle Nazioni Unite contro l’Iran tornano in vigore. La decisione arriva a seguito del fallimento degli ultimi round di negoziati sul nucleare, che non sono riusciti a riportare Teheran al rispetto degli impegni presi con l’accordo del 2015, firmato durante la presidenza di Barack Obama e successivamente stracciato da Donald Trump. Le misure restrittive erano state sospese per favorire un percorso di normalizzazione, ma il mancato esito delle trattative condotte negli ultimi mesi da Stati Uniti ed Europa ha portato a un ritorno della linea dura.
Le sanzioni all’Iran
Si tratta di sanzioni pesanti, che riguardano in particolare il commercio di armi e le attività legate al programma nucleare. In una nota congiunta, Francia, Regno Unito e Germania hanno lanciato un appello a Teheran: «La reintroduzione delle sanzioni Onu non significa la fine della diplomazia. Esortiamo l’Iran a evitare qualsiasi escalation e a tornare a rispettare gli obblighi di salvaguardia giuridicamente vincolanti». Il rischio, ora, è quello di un nuovo innalzamento della tensione in Medio Oriente, in un contesto già segnato dalla guerra a Gaza e dall’instabilità nella regione del Golfo. L’Europa prova a tenere aperto uno spiraglio, ma l’Iran ha finora respinto ogni pressione, insistendo sul carattere pacifico del proprio programma nucleare.