«I giocatori rischiano tantissimo». Il caso degli adesivi sui campi di basket nella denuncia del coach Messina: «Siamo oltre l’immaginabile»


L’associazione dei giocatori di basket italiani (Giba) l’aveva già chiesto nel 2022: «Serve intervenire sugli adesivi per la salute degli atleti». All’epoca la questione era nata in seguito all’infortuno di Andrea Pecchia durante Cremona-Treviso, e ora ritorna a essere un tema dopo la caduta di Lorenzo Brown dell’Olimpia Milano, durante la gara di Supercoppa. «Tutti i giocatori rischiano tantissimo, questa volta siamo andati oltre l’immaginabile», ha commentato l’allenatore dell’Olimpia Ettore Messina dopo lo scivolone del cestista su un’etichetta pubblicitaria.
I precedenti degli adesivi-trappola
Come riporta Il Fatto Quotidiano, la questione è annosa ma non c’è mai stata la volontà di intervenire. Quelli coperti dalle etichette sono veri e propri spazi pubblicitari che generano profitto. Eppure i precedenti non si fermano al 2022. Due anni prima a cadere vittima degli adesivi scivolosi era stato Milos Teodosic, della Virtus Bologna, seguito nel 2021 dal compagno di squadra Ekpe Udoh. «Se sia per una non corretta manutenzione, per una maggiore scivolosità con il sudore o per la specificità del materiale non importa, se possiamo abbassare il potenziale rischio infortuni abbiamo il dovere di farlo», aveva fatto sapere il comitato dei giocatori.
Il caso dell’Nba che ha vietato le etichette in campo
Nel campionato di basket più seguito al mondo gli adesivi sono banditi da anni. Anche nel caso degli Usa era stata l’associazione di rappresentanza degli atleti a lamentarne la pericolosità. Forse anche grazie all’enorme impatto mediatico che ha l’Nba l’appello era stato accolto, e ora ogni campo viene anche trattato con un prodotto specifico prima delle partite. Durante le Nba Finals del 2023 gli organizzatori avevano sperimentato la soluzione dei loghi proiettati sul parquet.