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Patrizia Reggiani e la trappola dell’amica Loredana Canò, dall’amicizia in cella con Lady Gucci al «controllo assoluto del patrimonio»: perché l’hanno condannata a 6 anni

30 Settembre 2025 - 12:06 Ugo Milano
loredana canò patrizia reggiani copia
loredana canò patrizia reggiani copia
La condanna era arrivata lo scorso luglio. Secondo i giudici Loredana Canò aveva isolato la donna attraverso una «integrale sostituzione della rete familiare e sociale» Viveva ormai isolata la moglie di Maurizio Gucci, da lei ucciso nel 1995. Tutto per volontà dell'amica conosciuta in cella, secondo i giudici:

Era riuscita a prendere il «controllo assoluto» del patrimonio e delle «proprietà immobiliari» di Patrizia Reggiani, l’ex amica poi diventata assistente personale Loredana Canò. Così sintetizzano il rapporto tra le due donna i giudici del tribunale di Milano, che hanno depositato le motivazioni della condanna di Canò, 59 anni, a 6 anni e 4 mesi di reclusione per peculato e circonvenzione di incapace. Reati compiuti ai danni di Reggiani, già condannata a 26 anni come mandante dell’omicidio del marito Maurizio Gucci, ucciso a colpi di pistola a Milano nel 1995. Lo scorso 3 luglio, il tribunale aveva riconosciuto che Loredana Canò, ex compagna di cella della Reggiani, una volta uscita dal carcere avesse iniziato a condividerne le «condizioni di agiatezza», andando a vivere con lei e assumendo «via via», dopo la morte della madre, la qualità di suo «alter ego» e assumendo «il completo controllo» della vita di Lady Gucci.

Controllo del patrimonio e isolamento dalla famiglia

Come scrivono i giudici della settima sezione penale, Canò, era divenuta assistente personale di Patrizia Reggiani – beneficiaria di un’eredità milionaria lasciatale dalla madre, Silvana Barbieri – ed era quindi riuscita a prendere il «controllo assoluto» del patrimonio e delle «proprietà immobiliari» della donna. Nelle motivazioni dei giudici si legge che Canò, assieme a Marco Chiesa, all’epoca consulente finanziario di Barbieri e condannato a cinque anni e 8 mesi, e all’avvocato e amministratore di sostegno Daniele Pizzi (che aveva già patteggiato 2 anni), aveva messo in atto una «integrale sostituzione della rete familiare e sociale» di Reggiani, «con una seconda rete, assimilabile nelle sembianze ad una vera e propria seconda “famiglia”». Una mossa che aveva fatto scattare le denunce delle figlie di Reggiani, Alessandra e Allegra, contro le quali, secondo la Procura, Lady Gucci, plagiata dall’assistente, aveva cominciato «a fare la guerra».

Un raggiro dalle «fattezze predatorie»

Secondo quanto stabilito dal Tribunale, Canò e Chiesa dovranno anche versare 50mila euro in solido come provvisionali di risarcimento alle figlie di Reggiani, mentre solo Canò ulteriori 75mila euro di provvisionale a Lady Gucci. Nelle oltre 80 pagine di motivazioni, i giudici hanno sottolineato la «particolare evidenza del disegno criminoso che ha ispirato e sorretto la condotta» di Loredana Canò. Oltre alla gravità del danno recato al patrimonio, la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano ha spiegato come la vicenda avesse raggiunto, nel giro di pochi anni, «fattezze predatorie, con un comportamento che individua una preda debole e via via assume sempre più i connotati della mancanza di limiti e di quel minimo di ritrosia che in fondo la persona anziana e fragile avrebbe potuto anche umanamente far percepire».

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