Jeff Bezos e il rischio «bolla» per l’industria dell’intelligenza artificiale: «Ma rivoluzionerà ogni settore»


Prezzi delle azioni che aumentano in modo incontrollato, investimenti concessi a qualsiasi progetto, grande esaltazione. Tutti segni che, secondo il fondatore di Amazon Jeff Bezos, indicherebbero una «bolla industriale» intorno all’intelligenza artificiale. L’imprenditore statunitense ha manifestato le sue preoccupazioni all’Italian tech week di Torino, parlando con l’ad di Exor John Elkan. «Nelle bolle di solito viene finanziato tutto. È quello che sta succedendo, per gli investitori è difficile distinguere tra buone e cattive idee», ha detto il miliardario citando anche il caso di «un’azienda di 6 persone che riceve miliardi di dollari». Bezos non ha spiegato a chi facesse riferimento. Nonostante tutto l’ex ceo di Amazon è pronto a garantire che «l’Ai è reale e rivoluzionerà ogni settore ».
Chi sta mettendo in guardia dalla «bolla»
Prima dell’intervento di Bezos, anche il ceo di Goldman Sachs David Solomon ha parlato a Torino. Secondo il banchiere entro due anni potrebbe esserci un «drawdown» dei mercati intorno all’intelligenza artificiale. L’ipotesi paventata da Solomon vedrebbe molti degli attuali investimenti sull’Ai fruttare molto meno di quanto previsto nei prossimi mesi e anni. Una situazione simile a quanto successo all’inizio del 2000 con la cosiddetta «bolla delle dotcom» che aveva fatto emergere le attuali grandi aziende tech ma anche fallire molte altre. Anche il ceo di OpenAi, Sam Altman, aveva detto che «sicuramente» quella dell’Ai è una bolla, con «eccessivo entusiasmo ma con un fondo di realtà».
L’appello di 200 scienziati e politici: «Limiti all’Ai o sfuggirà al controllo»
Nove ex capi di stato, dieci premi nobel per un documento presentato all’Onu che chiede di mettere dei paletti all’intelligenza artificiale. Tra i 200 firmatari anche gli italiani Giorgio Parisi, nobel per la Fisica, e l’ex premier Enrico Letta. «L’attuale traiettoria di sviluppo comporta pericoli precedenti», si legge nell’appello sottoscritto anche da ingegneri e sviluppatori Ai, «ci sono rischi per la sicurezza nazionale e internazionale, disoccupazione di massa e violazioni sistematiche dei diritti umani». Se non è possibile prevedere cosa succederà, è necessario iniziare a mettere da subito dei limiti. È questo il senso della lettera aperta, che propone ai governi un accordo internazionale entro il 2026, che possa garantire i controlli.