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Neonati sepolti in giardino, al processo su Chiara Petrolini parlano l’ex e la psicologa. Le gravidanze mai scoperte: «La seconda l’ha cercata»

06 Ottobre 2025 - 18:36 Alba Romano
parma chiara petrolini neonati
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Terza udienza a Parma per Chiara Petrolini, accusata di aver ucciso e sepolto i suoi due figli. In aula la testimonianza dell’ex compagno, padre dei neonati: «Ho dato loro un nome e un funerale, era il minimo»

«Chiara mi disse che avevano trovato un bambino nel giardino di casa, ma non mi disse che era suo». Samuel Granelli ha raccontato oggi, lunedì 6 ottobre, in Corte d’Assise a Parma il suo dolore e il suo sconcerto. È il padre dei due neonati che Chiara Petrolini, 22 anni, è accusata di aver partorito e poi ucciso e sepolto nel giardino dell’abitazione di famiglia a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma. La sua deposizione ha chiuso la terza udienza del processo. Il giovane, legato a Chiara da quando avevano sedici anni, ha spiegato di non aver mai sospettato che la ragazza fosse incinta. «Nel 2022 ci eravamo lasciati, poi ci siamo rimessi insieme nel settembre 2023. Non usavamo sempre contraccettivi, ma non ci siamo mai posti davvero il problema di una gravidanza. Non ho mai avuto la percezione che potesse esserlo, nemmeno quando era svestita», ha raccontato davanti ai giudici.

«Credevo non fosse possibile, era surreale»

Granelli ha ripercorso anche il momento in cui ha appreso la notizia del ritrovamento del primo corpo, nell’agosto 2024. «Quando ho saputo del primo bambino sono crollato. Inizialmente mi dissero soltanto che ero io il padre. Quando ho scoperto che anche lei era la madre non riuscivo a crederci. Era surreale, non pensavo fosse possibile». Il giovane ha spiegato di essere seguito da una psicologa per affrontare il trauma e di aver voluto dare ai due piccoli un nome e un funerale: «Mi sembrava il minimo». Ha poi raccontato che tra Chiara e i suoi genitori non c’erano tensioni: «Non era mai sola, e sono convinto che l’avrebbero supportata in caso di gravidanza». Durante la sua testimonianza, la giovane imputata è rimasta immobile, con le braccia conserte, senza mostrare reazioni particolari, secondo quanto riporta l’ANSA.

«Tipico comportamento seriale»: la lettura della psicoterapeuta

Tra le voci più attese dell’udienza quella della psicoterapeuta Anna Bonifazi, responsabile della sezione psicologia e criminologia del Racis dei carabinieri. Secondo l’esperta, i due infanticidi «sono casellabili come omicidi ad escalation asimmetrica. C’è stato un aumento del motore criminale non più frenabile, un processo che inizia già dall’ideazione e prosegue fino alla realizzazione, con un tentativo dell’autore di rimanere impunito». Bonifazi ha sottolineato come la seconda gravidanza sia stata «in qualche modo cercata, il che smentisce l’ipotesi di un gesto impulsivo».

La psicologa: «Tipico comportamento seriale»

Il tempo trascorso tra i due episodi, definito “periodo di raffreddamento”, è stato «estremamente ridotto». Questo – secondo la psicoterapeuta – evidenzia «un comportamento seriale, logico e finalizzato, non bizzarro né casuale». Un atteggiamento che dimostrerebbe la capacità dell’imputata di «entrare e uscire da stati emotivi di altissima intensità senza scossoni apparenti, gestendo anche momenti di grande impatto psicologico e fisico. Si tratta di un tratto tipico dei comportamenti seriali».

Le parole dell’amico di Chiara: «Lei non sapeva cosa fare»

In aula è stato sentito anche Riccardo C., un amico di Petrolini, che ha raccontato come la ragazza avesse accennato alle proprie incertezze. «Mi ha detto che non sapeva cosa fare. C’erano momenti in cui avrebbe voluto tenere il bambino e altri no. Non voleva precludersi la possibilità di essere madre, ma è andata come è andata». L’amico ha aggiunto che nessuno si era accorto delle due gravidanze e che Chiara «sperava che qualcuno lo notasse».

Le indagini e l’analisi criminologica

Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati anche gli inquirenti e il personale del 118 intervenuto sul luogo del ritrovamento. Il colonnello Anna Bonifazi, responsabile della sezione psicologia e criminologia del Racis dei carabinieri, ha definito i due omicidi «un’escalation asimmetrica», sottolineando elementi che, a suo avviso, indicano una serialità: «La seconda gravidanza è stata cercata. Tra i due eventi il tempo di raffreddamento è stato brevissimo, e il comportamento appare pianificato, non impulsivo». Durante la proiezione in aula della foto del primo neonato trovato senza vita sull’erba del giardino, Petrolini ha chiesto di uscire dall’aula per alcuni minuti, come già accaduto nella precedente udienza.

Nessuna deposizione per i genitori dei due ragazzi: accolta la richiesta della difesa

Nel frattempo, la corte ha accolto la richiesta della difesa di acquisire gli interrogatori resi durante le indagini dai genitori di Chiara, Roberto Petrolini ed Elisa Bruschi, che quindi non deporranno in aula. Stessa decisione per i genitori di Samuel Granelli. Il processo riprenderà nelle prossime settimane. Chiara Petrolini è accusata di duplice omicidio e soppressione di cadavere. Al centro delle prossime udienze, oltre alla ricostruzione dettagliata dei fatti, anche il profilo psicologico della giovane e il contesto familiare in cui si sono consumati i due episodi.

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