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Cinzia Pinna, ricoverato in ospedale Emanuele Ragnedda: il tentato suicidio in cella e il trasferimento d’urgenza nella notte

07 Ottobre 2025 - 11:40 Ugo Milano
emanuele ragnedda cinzia pinna suicidio
emanuele ragnedda cinzia pinna suicidio
L’imprenditore 41enne, reo confesso dell’omicidio della 33enne, avrebbe compiuto diversi atti di autolesionismo. Le condizioni non sono gravi

È ricoverato all’ospedale civile di Sassari Emanuele Ragnedda, l’imprenditore del vino reo confesso dell’omicidio della 33enne Cinzia Pinna. L’uomo è stato trasferito d’urgenza questa notte dal carcere di Bancali dopo essere stato rinvenuto nella sua cella con i segni di gesti autolesionisti, che farebbero pensare a un tentato suicidio. Le sue condizioni non sarebbero gravi.

Il tentato suicidio, il legale: «Gli parlerò di persona»

Era previsto per oggi, nella casa circondariale dove Ragnedda era detenuto, un colloquio tra l’indagato e il suo difensore, Luca Montella. L’avvocato si è poi diretto in mattinata verso l’ospedale: «Sto andando a parlagli di persona», ha commentato senza anticipare se si sia trattato effettivamente di un tentato suicidio. 

La dinamica dell’omicidio e il ruolo della compagna di Ragnedda

Il 41enne, noto vitivinicoltore di Arzachena, è in carcere dopo aver confessato l’omicidio di Cinzia Pinna, con cui è stato visto lasciare un locale la sera dell’11 settembre. Il corpo della donna è stato rinvenuto nella tenuta di Concaentosa, di proprietà di Ragnedda, e tracce di sangue e schegge di proiettili sono state trovare dai Ris di Cagliari nel salotto dell’abitazione adiacente. È stato proprio l’imprenditore a indicare agli inquirenti il punto dove aveva sepolto il cadavere, decisione a cui sarebbe giunto dopo aver meditato di gettare il corpo in mare dalla scogliera di Capo Ferro, a Porto Cervo. Oltre all’uomo, è indagata anche la sua compagna Rosamaria Elvo per favoreggiamento. Secondo gli inquirenti, la ristoratrice avrebbe aiutato il 41enne a ripulire l’abitazione dal sangue.

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