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Uccise il neo papà con una freccia, pena ridotta per Evaristo Scalco: il delitto di notte a Genova per festeggiare la nascita del figlio

08 Ottobre 2025 - 15:14 Giovanni Ruggiero
L'uomo era stato condannato a 23 anni per il delitto avvenuto la notte tra l'1 e il 2 novembre 2022. La freccia scoccata dalla finestra del suo appartamento contro la vittima e un amico che stava festeggiando

La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha ridotto di due anni la condanna a Evaristo Scalco, portandola a 21 anni di carcere. Il maestro d’ascia, nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2022, dalla finestra del suo appartamento nel centro storico di Genova, aveva scoccato una freccia mortale contro Javier Alfredo Miranda Romero, un operaio che stava festeggiando per strada con un amico la nascita del figlio. I giudici hanno inflitto il minimo della pena prevista per omicidio volontario aggravato da futili motivi, in linea con la richiesta del sostituto procuratore generale Giulio Benedetti. Secondo la ricostruzione processuale, Scalco all’epoca lavorava come artigiano sullo yacht di Renzo Piano in rimessaggio a Genova.

Il rumore per strada e il dito medio prima del colpo

Quella notte Scalco si era affacciato dalla finestra rimproverando Romero e l’amico per gli schiamazzi e perché avrebbero urinato contro un muro. I due avevano risposto agli insulti, e uno di loro aveva mostrato il dito medio. A quel punto il 67enne aveva preso l’arco, montato la punta più letale che aveva in casa e scoccato la freccia, colpendo mortalmente l’operaio. Era poi sceso in strada tentando di estrarre il dardo. La vittima era arrivata in condizioni disperate in ospedale, dove poi è deceduta.

La sentenza dopo il pentimento: «Sta male»

«Sta male perché ha ucciso una persona quando, in realtà, non ha mai fatto male a una mosca», ha dichiarato l’avvocato Federico Papa, che difende Scalco insieme a Jacopo Pensa. Il 67enne, incensurato e attualmente agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nella sua abitazione di Cittiglio (Varese), secondo la difesa voleva solo spaventare la vittima e l’amico. «Ci dispiace per la sentenza perché questo era un processo che avrebbe dovuto definirsi con il rito abbreviato. Ha dimostrato resipiscenza, si è pentito e sta risarcendo la famiglia», hanno aggiunto i legali.

Perché c’è stato l’Appello bis

Il processo d’appello bis si è svolto dopo che, lo scorso maggio, la Cassazione aveva annullato la decisione di secondo grado solo per quanto riguarda la determinazione della pena, stabilendo che si trattasse di omicidio volontario. Scalco era stato condannato sia in primo che in secondo grado a 23 anni, con l’esclusione dell’aggravante dell’odio razziale ma non di quella dei futili motivi. I giudici hanno ora 30 giorni per le motivazioni e appare probabile un nuovo ricorso in Cassazione.