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Lovati contro Corona. L’accusa dell’avvocato di Sempio: «Mi ha tradito: avevo bevuto e mi aveva proposto un film»

08 Ottobre 2025 - 16:58 Ugo Milano
lovati avvocato sempio ore 14
lovati avvocato sempio ore 14
Il difensore dell'unico indagato sul caso Garlasco ha spiegato così le dichiarazioni riportate a "Falsissimo"

L’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio nel caso Garlasco, si difende dalle affermazioni rilasciate a Falsissimo di Fabrizio Corona, sostenendo di «essere stato tradito» e di essere stato ubriaco quando le ha pronunciate. A Ore 14, il programma di Rai 2 condotto da Milo Infante, il legale ha ricostruito il suo incontro con il re dei paparazzi. «Corona è venuto lunedì, molto tardi, e mi ha proposto di fare un serial, un film», ha spiegato Lovati. «Mi ha detto: “Tu sei Gerry La Rana, perché hai questa pronuncia con la ‘r’ arrotondata e sembri un personaggio dei cartoni animati”».

La difesa di Lovati: «A furia di bere non so che cos’ho detto»

La ricostruzione di Lovati prosegue: Corona, racconta, «mi dice di parlare a ruota libera, intanto mi versa da bere. L’importante, mi dice, è che io inframmezzi tutto con volgarità, che poi lui avrebbe tagliato. Lui mi ha tradito perché poi lo ha diffuso con altre finalità. Che poi cos’ho detto? Ho detto che l’ex pm Mario Venditti giocava ai cavalli? In quel periodo andavo a San Siro, sono sempre stato appassionato di ippica, che problema c’è? Non so che cos’ho detto, a furia di bere…».

Le dichiarazioni di Lovati

Nella puntata di Falsissimo del 6 ottobre, Lovati è stato mostrato da Corona mentre critica la difesa di Massimo Bossetti dell’avvocato Claudio Salvagni e attacca il procuratore aggiunto Stefano Civardi, reo di aver riaperto l’inchiesta su Garlasco che ora vede indagato Andrea Sempio, difeso proprio da Lovati. Secondo l’avvocato, infatti, il procuratore Fabio Napoleone di Pavia voleva l’archiviazione, ma Civardi («quel maledetto») si sarebbe intestardito per riprendere le indagini. Le ricostruzioni di Lovati sono state duramente giudicate da Napoleone, che le ha definite «oggettivamente destituite di ogni fondamento».

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