«Ti amo, non farmi questo»: le ultime parole di Aurora Tila prima di essere spinta dal fidanzato giù dal balcone. La confessione a un compagno di cella


«Ti amo», queste le parole della 13enne Aurora Tila qualche istante prima che il fidanzatino 16enne la scaraventasse giù dal balcone del settimo piano. Era il 25 ottobre 2024 quando il corpo senza vita della ragazzina fu trovato nel cortile interno dell’edificio dove viveva a Piacenza. A rivelarlo durante l’ultima udienza del processo è stato un giovane con cui l’imputato ha condiviso le prime notti in cella. Secondo il testimone, infatti, il fidanzato di Aurora gli avrebbe raccontato per filo e per segno la dinamica dell’omicidio, a partire proprio dall’ultimo sguardo che la 13enne gli ha lanciato prima di essere spinta nel vuoto.
Le ultime parole di Aurora e il racconto in cella
«Ti amo, non puoi farmi questo». Una frase implorante che non ha frenato l’allora 15enne: «Il testimone ha detto esattamente che l’imputato gli ha confessato di aver buttato giù la ragazza dal balcone», ha spiegato la madre di Aurora, Morena Corbellini, appena uscita dall’aula. Una confessione che sarebbe arrivata la prima sera in carcere, dove il 15enne era stato portato dopo il fermo di iniziato di delitto, rispondendo alla domanda: «Perché sei finito dentro?». Il racconto, ha spiegato la legale della famiglia Tila, sarebbe stato «pieno e dettagliato».
La reazione in aula dell’imputato: «Era nervoso»
Già un mese fa era stato reso noto il fatto che l’imputato avesse confessato all’ex compagno di cella. Solo in aula, però, il testimone 18enne ha potuto ripercorrere di fronte ai giudici del tribunale per i Minorenni di Bologna quanto gli era stato raccontato: «Ha detto la verità in modo preciso e accurato, raccontando anche i particolari che gli sono stati riferiti. L’imputato l’ho guardato in faccia, era molto nervoso e seccato, è andato via sbattendo contro qualcosa. Siamo molto fiduciosi ora, è la svolta che ci aspettavamo», ha commentato la mamma di Aurora Tila.
Come è morta Aurora Tila, la dinamica secondo la procura
Secondo la ricostruzione della procura, il 25 ottobre Aurora Tila e il fidanzatino si trovavano soli nell’appartamento della ragazzina. Dopo una lite, la 13enne sarebbe stata spinta oltre la ringhiera del balcone, al settimo piano dello stabile. Dato che la ragazzina era riuscita ad aggrapparsi con le ultime forze alla ringhiera per non precipitare, il giovane l’avrebbe colpita violentemente sulle dita fino a farle mollare la presa. Così il medico legale ha spiegato i segni rinvenuti sulle mani della vittima.