Nelle Università «troppe occupazioni», la lettera della ministra Bernini ai rettori: «A rischio le borse di studio»


«Un nuovo ’68? Non faccio paragoni storici. Ma le occupazioni sono troppe e stanno negando un diritto fondamentale: quello allo studio». Con queste parole la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, è intervenuta entrando nel vivo del dibattito nazionale sulle recenti occupazioni studentesche che stanno interessando numerosi atenei italiani a sostegno della popolazione palestinese e della Global Sumud Flotilla. Bernini ha annunciato di aver scritto una lettera indirizzata alla Crui, la Conferenza dei rettori, e – per loro tramite – a tutti i rettori delle università chiedendo un intervento «fermo e tempestivo» per riportare pienamente operativi gli atenei coinvolti dalle proteste. L’iniziativa è stata presentata con il titolo «Liberiamo le Università».
Il ministero: «Manifestare sì, ma rispettare diritto studio»
«Stiamo ricevendo lettere da ricercatori e dottorandi richieste di aiuto perché non riescono più ad aver pagate le borse di studio, siamo al paradosso. L’Università è un luogo dove si può manifestare liberamente, ma dove si deve insegnare, studiare e lavorare», ha dichiarato la ministra Bernini. Il ministero respinge però ogni ipotesi di ricorrere alla forza pubblica: «Nessuna militarizzazione degli atenei», viene chiarito in una nota, ma l’obiettivo resta «rispettare il diritto allo studio per tutti gli studenti».
La lettera del ministero ai rettori
Nella lettera inviata alle università, il ministero richiama il ruolo degli atenei «come presidi fondamentali di promozione della pace e della democrazia» e invita i rettori ad assumersi la responsabilità di garantire equilibrio tra libertà di manifestazione e continuità delle attività accademiche. «Le Università rappresentano luoghi di formazione, conoscenza e confronto libero e aperto che non possono essere subalterne a influenze polarizzanti», si legge nella missiva. «Si invitano le Rettrici e i Rettori a impiegare ogni mezzo per garantire un equilibrato contemperamento fra l’esigenza primaria di tutelare la libertà di manifestazione del pensiero e il diritto, parimenti fondamentale, di tutte le studentesse e di tutti gli studenti a proseguire regolarmente le proprie attività di studio accedendo liberamente agli spazi universitari», prosegue. L’appello si chiude richiamando alla responsabilità istituzionale: «Si confida nella piena collaborazione della Conferenza dei Rettori».