L’omicidio di Paolo Taormina nelle parole della sorella: «Conoscevamo di vista l’assassino, ha ucciso mio fratello senza motivo»


Non ci sarebbe stato nessun vero movente dietro all’omicidio di Paolo Taormina, che sabato sera ha scosso Palermo. Alle ricostruzioni degli inquirenti, in corso in queste ore, si è aggiunta la versione della sorella della vittima, Sofia, che ha raccontato i concitati momenti prima della tragedia. «Lo conoscevamo di vista», ha detto dell’assassino, «uno con cento collane d’oro al collo e la barba lunga non passa inosservato». La ragazza ha poi ricostruito la dinamica dell’evento, nel quale lei stessa ha rischiato la vita: «Ha puntato la pistola alla tempia di mio fratello e lo ha ucciso senza motivo. Io l’ho inseguito, lui ha tirato una bottiglia contro mia cognata Desirée, la fidanzata di Paolo. Io, inseguendolo, ho cercato di tirargliene un’altra. Poi da lontano lui ha puntato la pistola anche contro di me e sono scappata verso il locale».
Il PalaOreto allestito come camera ardente
Le parole di Sofia Taormina confermano quanto già riferito da un altro parente, cioè che l’assassino, dopo aver sparato a Paolo, avrebbe puntato la pistola contro la sorella del giovane. Lei, come tutta la famiglia e gli amici, non si dà pace. Intanto, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha disposto l’interruzione, a partire da domani, di tutte le attività all’interno del PalaOreto, il palazzetto dello sport in via Santa Maria di Gesù, che sarà messo a disposizione per l’allestimento della camera ardente. L’Amministrazione comunale, attraverso l’assessore allo Sport Alessandro Anello, si occuperà del coordinamento dell’allestimento sulla base delle tempistiche dettate dall’autorità giudiziaria.
La fuga del killer dopo l’omicidio
Gaetano Maranzano ha confessato l’omicidio, ma gli inquirenti ne hanno accertato la responsabilità anche attraverso i video delle telecamere della zona. Nello specifico, un frame riprende l’assassino mentre tiene in mano la pistola con cui poco dopo colpirà Taormina alla nuca, mentre in un altro video si vede Maranzano allontanarsi dal luogo del delitto insieme a tre persone. L’uomo è poi salito su una Lancia Y che si è diretta verso il quartiere Zen. Nel fermo delle autorità si legge che «durante il tragitto l’autovettura sfrecciava lungo il centro urbano di Palermo ad alta velocità, non rispettando né semafori né alcun tipo di segnaletica stradale». Inoltre Maranzano, probabilmente sapendo che gli inquirenti erano sulle sue tracce e quindi cercando di eliminare oggetti che l’avrebbero reso più facile da identificare, avrebbe dato a un amico, ora sotto inchiesta, 5 collane in oro, una pistola e un pendente con la scritta “King”.
Foto copertina: Ansa/Farkas Ruggero| La madre di Paolo Taormina, Fabiola Galioto (al centro), e la sorella Sofia (a destra) partecipano alla fiaccolata a Palermo, 12 ottobre 2025