La vendetta del Venezuela: chiude l’ambasciata a Oslo tre giorni dopo il Nobel a Maria Corina Machado


Il governo del Venezuela ha deciso di chiudere la propria ambasciata a Oslo, a soli tre giorni dall’assegnazione del Premio Nobel per la Pace all’oppositrice Maria Corina Machado. La notizia è stata confermata dal Ministero degli Esteri norvegese, secondo cui la rappresentanza diplomatica venezuelana ha comunicato la chiusura «senza fornire alcuna motivazione ufficiale». «È una decisione deplorevole — ha dichiarato la portavoce Cecilie Roang, portavoce del ministero degli Esteri norvegese —. Nonostante le divergenze su diverse questioni, la Norvegia desidera mantenere aperto il dialogo con il Venezuela e continuerà a impegnarsi in questa direzione».
Nessuna replica da Caracas
Caracas non ha rilasciato commenti. Eppure, la tempistica del provvedimento fa pensare a una reazione diretta alla decisione del Comitato norvegese per il Nobel, che lo scorso venerdì 10 ottobre ha premiato Machado «per il suo instancabile lavoro nella promozione dei diritti democratici del popolo venezuelano e nella lotta per una transizione pacifica dalla dittatura alla democrazia». Definendola appunto «una paladina della pace».
La dedica di Machado al popolo venezuelano
La leader dell’opposizione, costretta a vivere in clandestinità nel suo Paese, ha dedicato il riconoscimento «al popolo sofferente del Venezuela». Ha anche espresso gratitudine al presidente statunitense Donald Trump, dal quale spera di ricevere sostegno per porre fine al regime di Nicolás Maduro. Quest’ultimo, da parte sua, ha reagito definendo Machado «una strega», ribadendo così la linea dura del governo chavista nei confronti dell’opposizione. Il Comitato norvegese per il Nobel, composto da cinque membri nominati dal Parlamento di Oslo, non ha commentato la decisione di Caracas, limitandosi a ricordare che il premio «è stato assegnato in piena autonomia e indipendenza».