Filmava le colleghe nelle docce dell’azienda, dirigente condannato a una maxi multa: la confessione alla compagna-dipendente


Aveva nascosto sette telecamerine artigianali nello spogliatoio femminile della fabbrica in cui lavorava. Una l’aveva occultata in un aspiratore delle docce, e da lì spiava le dipendenti nella loro intimità ascoltando i loro discorsi. Un dirigente di un’azienda di meccanica è stato condannato a 1 anno e 2 mesi di carcere: con la sospensione della pena, il risarcimento è stato fissato a poco meno di 60mila euro.
L’allarme bomba e le telecamere ritrovate
Il caso era montato il 2 dicembre 2021, quando alcune dipendenti della ditta di Parma avevano notato in due armadietti dello spogliatoio dei cavi sospetti. Pensando si trattasse di ordigni, avevano dato l’allarme ma i poliziotti, una volta giunti sul posto, avevano estratto dai mobili due piccole telecamere. Nelle settimane successive, l’azienda aveva ordinato una «bonifica» in profondità di quei locali per verificare che non ci fossero altri strumenti tecnologici. In quel frangente vennero rinvenute quattro telecamere sparse nello spogliatoio e una nascosta nelle docce.
Come è stato individuato il dirigente responsabile
In fase di indagine, gli inquirenti erano riusciti a individuare il dirigente responsabile grazie ad alcuni brevissimi frame di video registrati nelle schede di memoria delle telecamere. Erano state le stesse dipendenti a riconoscere in quell’uomo uno dei dirigenti dell’azienda, che per questo è stato licenziato. Lui stesso aveva poi ammesso di aver posizionato le videocamere ad alcuni amici e alla compagna, anche lei dipendente di quella fabbrica.
Le 17 dipendenti e il risarcimento
La trafila giudiziaria era però stata ben più complicata del previsto. Dopo un ping pong di competenze tra Parma e Bologna, il pm parmigiano aveva in un primo momento chiesto l’archiviazione non ritenendo sufficienti le prove a carico del 54enne indagato. Su insistenza della legale Valentina Tuccari, difensore delle 17 donne che avevano querelato il dirigente, il gip aveva però disposto l’imputazione coatta. Ora la sentenza, che ha stabilito in euro 3.500 il risarcimento dovuto a ognuna delle dipendenti spiate. Per un totale di 59.500 euro.