Donald Trump e l’impero in Bitcoin da quasi 1 miliardo di dollari


Paperon de’ Paperoni ha perso il vizio del suo tuffo nella piscina di monete, ora si accontenta di accumularle in account sul web sotto forma di Bitcoin. Oltre all’impero immobiliare, Donald Trump ha puntato gli occhi sulla possibilità di costruire un crypto-impero. Una scelta in controtendenza con le sue posizioni da self made man vecchio stampo ma che gli avrebbe portato in tasca 870 milioni di dollari, un tesoretto che lo catapulta immediatamente tra i principali investitori americani.
Il ruolo del Trump Media Group e gli investimenti in crypto
A calcolare l’ampio portafoglio del presidente americano in Bitcoin è Forbes, secondo cui l’esposizione di Trump nel mondo delle criptovalute avverrebbe tramite canali secondari. Niente di loro o illegale, semplicemente connessioni indirette: il Trump Media and Technology Group ha acquistato 2,1 miliardi in Bitcoin, approfittando anche dell’impennata del mercato dopo il ritorno del tycoon nella Casa Bianca. Della Tmtg Trump è ovviamente azionista di assoluta rilevanza dato che ne possiede una quota pari circa al 41%. Da qui, il calcolo è pura matematica.
Il patrimonio di Trump tra memecoin e Truth
In verità negli ultimi mesi la presa di Trump sul suo Media and Technology Group si è leggermente allentata. Nel maggio 2025 l’azienda, che gestisce tra le altre cose anche il social Truth, ha raccolto 1 miliardo da obbligazioni convertibili e 1,4 miliardi dalla vendita di azioni, tanto da diluire la fetta di torta del presidente americano dal 52% al 41%. È proprio con i nuovi fondi che ha finanziato poi l’entrata aggressiva nel mercato delle Bitcoin. Per Trump non è stata in realtà una grande perdita, dato che controbilancia tutto con i miliardi provenienti dal progetto World Liberty Financial (gestito con i suoi tre figli) e con il memecoin lancio con successo una volta rieletto alla Casa Bianca.
Le critiche passate alle crypto e il voltagabbana di Trump
Non è sempre stato così, però. Durante il suo primo mandato, Donald Trump aveva anzi criticato aspramente la crescita esponenziale degli investimenti in Bitcoin: «Non è denaro reale». Ora, a meno di otto anni di distanza, il 60% del suo patrimonio netto è tutto legato al crypto. E proprio su quel mondo ha insistito in campagna elettorale, promettendo di trasformare gli Usa nella «capitale mondiale delle criptovalute». Non è un caso che, tra misteriosi guadagni che sembrano frutto di “insider trading” e miliardi di dollari andati in fumo, sono proprio i mercati crypto a oscillare maggiormente ogni volta che Donald Trump accende o spegne la lucina delle tariffe contro la Cina.