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Philip Morris nel mirino dell’Antitrust, i sospetti sulla campagna «senza fumo» e i «rischi per la salute»: aperta l’istruttoria

15 Ottobre 2025 - 12:07 Giovanni Ruggiero
Prodotti senza fumo
Prodotti senza fumo
Soddisfatte per l'iniziativa del garante le associazioni dei consumatori, che ora si aspettano una «severa condanna» per il colosso del tabacco

È partita un’istruttoria dell’Antitrust nei confronti di Philip Morris Italia per possibile pratica commerciale scorretta. Nel mirino dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato ci sono espressioni usate dal colosso del tabacco per promuovere i suoi ultimi prodotti, definiti con espressioni tipo «senza fumo» e pubblicizzati con frasi come «un futuro senza fumo» oppure «prodotti senza fumo».

Secondo l’Antitrust, si tratta di espressioni che possono risultare poco chiare e omissive per i consumatori. Il garante ricorda infatti come quelle frasi si riferiscano comunque a a prodotti che, pur in assenza di combustione, non sono privi di possibili effetti nocivi per la salute. Nè sono meno novizi di altri e possono creare dipendenze. Ieri i funzionari dell’Autorità, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni nelle sedi della società Philip Morris Italia e della società Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna.

«Bene, ottima notizia! – commenta soddisfatto Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Prosegue la nostra battaglia contro le multinazionali del tabacco che si ostinano a promuovere prodotti nocivi per la salute come se fossero aria pura e acqua fresca. Dopo Bat Italia, da noi denunciata all’Antitrust perché pubblicizzava il dispositivo a tabacco riscaldato Glo Hyper X2 come “un’esperienza senza fumo e inodore, senza nicotina”, ora è la volta di Philip Morris Italia. Non si possono spacciare come salutari prodotti che non lo sono, come ha attestato il ministero della Salute nella nostra segnalazione. Va sempre indicato in modo chiaro ed evidente che il prodotto è destinato a consumatori adulti e che non è privo di rischi. Non si può indurre in errore il consumatore medio. Ora speriamo che questa istruttoria si concluda presto con una severa condanna».