Il quarto corpo restituito da Hamas è di un palestinese, non di un ostaggio israeliano: l’errore dei miliziani e le accuse all’Idf


Uno dei quattro corpi consegnati martedì da Hamas all’Idf non apparterebbe a uno degli ostaggi israeliani morti a Gaza, bensì a un cittadino palestinese non identificato. Lo scrive il Times of Israel, che ha ricostruito la vicenda e tentato di risalire alla reale identità del cadavere. Nel corso della giornata, le indiscrezioni di stampa hanno trovato una conferma ufficiale. A darla è stato il dottor Chen Kugel, direttore dell’Istituto nazionale israeliano di medicina legale, secondo cui il quarto corpo arrivato ieri dalla Striscia di Gaza «non è associato a nessuno dei prigionieri deceduti».
Il rapimento a Jabalia
L’istituto ha confermato di aver ricevuto la notte scorsa i corpi di tre ostaggi uccisi: Tamir Nimrodi, Uriel Baruch ed Eitan Levy. Il quarto corpo, invece, apparterebbe a un cittadino palestinese della Cisgiordania, che secondo il Times of Israel sarebbe stato utilizzato dall’esercito israeliano come scudo umano durante l’offensiva a Gaza. Hamas, dal canto suo, era convinta di aver restituito il corpo di un soldato israeliano catturato a Jabalia, nel nord della Striscia, nel maggio 2024. In quell’occasione, Hamas affermò di aver rapito un soldato dell’Idf a Jabalia, ma l’esercito israeliano smentì categoricamente l’episodio.
La vera identità e le accuse all’Idf sull’uso degli «scudi umani»
Il gruppo terroristico, poco più tardi, aveva trasmesso un video che mostrava una persona insanguinata trascinata a terra in un tunnel e aveva pubblicato immagini di equipaggiamento militare e mitragliatrici, armi non comunemente utilizzate dall’esercito israeliano. In seguito, Hamas ha anche pubblicato una foto del volto dell’uomo, senza citarne però il nome. I media palestinesi dell’epoca — continua la ricostruzione del Times of Israel — identificarono l’uomo come Khalil Dawas, un cittadino palestinese del campo di Aqabat Jabr, vicino a Gerico, in Cisgiordania. I resoconti affermavano che Dawas era stato arrestato da Israele in passato. Nel corso della guerra, scrive ancora il Times of Israel, è diventata prassi comune — seppur ufficialmente proibita — inviare i detenuti palestinesi a perquisire edifici e tunnel prima dell’ingresso delle truppe dell’Idf, di fatto usandoli come scudi umani.
Foto copertina: EPA/Abir Sultan | La salma dell’ostaggio Guy Illouz, morto a Gaza e restituito a Israele in seguito all’accordo di pace