La microcamera «spiona» nello spogliatoio Atac e la rabbia dei macchinisti: «Vogliamo sapere chi l’ha messa e perché»


I macchinisti Atac della metro A, a Roma, venivano spiati nel loro spogliatoio. Ma da chi ancora non si sa. Il caso è scoppiato ieri dopo che alcuni dipendenti hanno notato una piccola telecamera nascosta tra alcuni cavi elettrici non lontano da un’intercapedine. «Vogliamo sapere chi l’ha messa lì», sono insorti i macchinisti e le macchiniste che usano abitualmente quei locali prima e dopo il loro turno. Atac ha negato fermamente il suo coinvolgimento nella faccenda e si è immediatamente messa a disposizione degli investigatori.
La lettera dei lavoratori: «Non manomettete la telecamera»
Era poco distante dalla macchinetta del caffè la mini videocamera «spiona», adagiata nell’ombra dello spogliatoio della fermata Cinecittà della metro. All’allarme, immediato, è seguito il sopralluogo della municipalizzata e delle forze dell’ordine. Non è ancora nota la provenienza del dispositivo e a che cosa servisse. «È necessario che venga avviata immediatamente un’indagine approfondita per accertare la provenienza e l’eventuale responsabile dell’installazione dell’apparato», hanno fatto sapere i macchinisti. «Si chiede che il dispositivo non venga manomesso, ma conservato e messo a disposizione delle autorità competenti».
La rabbia dei macchinisti: «Inaccettabile»
Come riporta Marco Carta su Repubblica Roma la rabbia è tanta tra i macchinisti. Non si capacitano di chi potesse essere interessato a spiarli in un momento profondamente privato, e soprattutto cosa facesse di quel materiale. «Non possiamo accettare di essere spiati negli spogliatoi, un luogo che deve restare privato», hanno protestato. «Tra noi ci sono anche donne». Saranno le prossime indagini a chiarire se la telecamerina fosse attiva, da quanto e cosa abbia registrato.