Il passaporto Usa esce dalla top 10 dei passaporti più potenti: «Colpa della stretta sull’immigrazione di Trump». L’Italia al quarto posto: la classifica


Per la prima volta in vent’anni il passaporto statunitense esce dalla top ten mondiale dei più “potenti”, ossia quelli che consentono di viaggiare nel maggior numero di Paesi senza visto. A dirlo è l’Henley Passport Index, la classifica globale elaborata da Henley & Partners, pubblicata questa settimana e basata sui dati dell’International Air Transport Association (IATA). Gli Stati Uniti, che nel 2014 occupavano il primo posto, sono ora solo dodicesimi, a pari merito con la Malesia. I cittadini americani possono entrare senza visto in 180 destinazioni, contro le 193 di Singapore, che guida la classifica. Un calo netto e, secondo gli analisti, dal forte valore simbolico. «È un cambiamento profondo nella mobilità globale e nelle dinamiche del soft power», ha spiegato – ripreso dall’ANSA – Christian Kaelin, presidente di Henley & Partners e ideatore dell’indice. «Le nazioni che scelgono l’apertura e la cooperazione stanno avanzando. Quelle che si aggrappano ai privilegi del passato vengono invece lasciate indietro», ha aggiunto.
L’Italia stabile ai vertici
Meglio va all’Italia, che con accesso senza visto a 188 Paesi si colloca al quarto posto, ex aequo con altri Stati europei (Germania, Lussemburgo, Spagna e Svizzera). Al primo posto invece si conferma Singapore (193 Paesi), seguita da Corea del Sud (190) e Giappone (189). Il calo americano, spiega il rapporto, è legato anche alla stretta sull’immigrazione voluta dall’amministrazione Trump. Il Dipartimento di Stato ha infatti avviato una revisione su oltre 55 milioni di titolari di visti, per verificare eventuali irregolarità. Queste misure, unite a un clima politico più chiuso, avrebbero inciso sulla percezione internazionale e sull’effettiva libertà di movimento dei cittadini Usa. Solo un decennio fa, il passaporto americano era sinonimo di libertà assoluta di viaggio. Oggi non più. Dopo essere sceso al settimo posto nel 2024 e poi al decimo lo scorso luglio, quest’anno gli Usa devono accontentarsi del dodicesimo gradino.