Denunciati alla Corte penale internazionale oltre 100 politici Ue per «crimini contro i migranti»: nell’elenco anche Salvini, Renzi e Conte


Più di 100 tra leader politici e funzionari dell’Unione europea e dei suoi Stati membri sono stati formalmente accusati di «crimini contro l’umanità» per il loro coinvolgimento nelle politiche migratorie lungo la rotta del Mediterraneo centrale. La denuncia è stata presentata alla Corte penale internazionale (Cpi) dagli avvocati Omer Shatz e Juan Branco, che hanno depositato una memoria di oltre 700 pagine, frutto di sei anni di indagini. Nel documento vengono analizzate le strategie adottate dall’Ue e dai governi nazionali tra il 2014 e il 2020, con un focus particolare sulla gestione dei flussi migratori verso la Libia, paese in cui migliaia di migranti sono stati successivamente detenuti, torturati e violentati. Una denuncia che arriva a pochi giorni dal rinnovo del Memorandum Italia-Libia.
Chi è stato denunciato?
La memoria include un database con oltre 500 funzionari in carica nel periodo esaminato e un elenco di 122 nomi accusati di aver collaborato alla commissione di questi crimini. Tra questi figurano gli ex presidenti del Consiglio italiani Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte, gli ex ministri dell’Interno Angelino Alfano, Marco Minniti e Matteo Salvini, l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron, gli ex ministri dell’Interno di Francia e Germania Bernard Cazeneuve e Thomas de Maizière, e l’ex vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans. L’indagine è stata condotta con il supporto della clinica International Law in Action del Master in diritti umani e azione umanitaria di Sciences Po Paris, ed è basata su interviste a 77 alti funzionari europei, accesso a verbali riservati del Consiglio Ue e una vasta analisi di documentazione interna non pubblica.
Il dossier e i respingimenti
Secondo il dossier, tra il 2015 e il 2025 più di 25mila richiedenti asilo hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale, mentre oltre 150mila sono stati respinti in Libia, dove hanno subito violenze sistematiche. Già nel 2019, i due legali avevano presentato una denuncia simile, sostenendo che «le politiche europee puntavano a bloccare l’arrivo dei migranti a tutti i costi», anche a prezzo di gravi violazioni dei diritti umani.