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Global Sumud Flotilla, Tony La Piccirella denuncia Israele per tortura: acqua dal «sapore rancido» e scaglie di metallo nel pane dato agli attivisti

20 Ottobre 2025 - 14:35 Ugo Milano
tony la piccirella global sumud flotilla
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Gli attivisti della spedizione sarebbero stati ammanettati, picchiati e detenuti in celle troppo piccole

L’attivista barese Tony La Piccirella, che alcune settimane fa ha preso parte alla Global Sumud Flotilla, ha denunciato Israele. Nell’atto presentato dal legale di La Piccirella, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, si ipotizza, tra gli altri, il reato di tortura da parte delle autorità israeliane dopo l’abbordaggio e il trasferimento degli attivisti nel porto di Ashold. Il testo ricostruisce le fasi successive al fermo delle barche e parla di una «completa violazione dei diritti umani» dei circa 300 attivisti. La denuncia di La Piccirella segue di pochi giorni quella del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che aveva accusato Israele di «azioni criminali contro i cittadini italiani e pugliesi».

L’arresto degli attivisti

Nella denuncia, presentata alla Procura di Roma competente per reati contro connazionali avvenuti all’estero, si legge che, al momento del fermo, i militari israeliani hanno identificato gli attivisti, «poi li hanno privati di tutti gli effetti personali, dopodiché li hanno perquisiti imprimendo gratuita violenza fisica, motivo per cui ad alcuni attivisti è stato rotto un braccio». Nelle 17 pagine del testo si afferma che «i militari hanno ammanettato gli attivisti dietro la schiena con delle fascette di plastica molto strette e li hanno obbligato gli stessi a stare piegati, faccia a terra» per poi portarli «verso un piazzale assolato» e «costringendo gli equipaggi a stare in ginocchio con i bagagli dietro le spalle e a guardare sempre in basso, impedendogli di muoversi e di parlare, dando dei colpi sulla testa a chi si rifiutava».

Acqua non potabile e scaglie di metallo nel pane

La denuncia di La Piccirella ripercorre poi le condizioni di detenzione dello stesso attivista, costretto, «insieme ad altre 12 persone, in una cella di circa 12 metri quadrati, con solo 3 letti a castello per un totale di soli 6 letti, dove pertanto lui e metà dei presenti sono stati costretti a dormire in terra». Nel carcere, si aggiunge, il solo accesso all’acqua era dal rubinetto del bagno dove però usciva liquido «di colore opaco e di un sapore rancido». Inoltre, gli attivisti hanno «rinvenuto delle scaglie di metallo di circa 1 cm nel pane portatogli il primo giorno». Il legale riferisce che «sia La Piccirella che altri attivisti hanno avuto una costante sensazione di stordimento e stato confusionale nei giorni di detenzione, ed hanno a tal fine ipotizzato che il cibo agli stessi somministrato o l’acqua del lavandino contenesse qualche sostanza medicinale».

Le responsabilità del governo italiano

Nella denuncia, l’avvocato chiede di ai pm italiani di accertare anche «eventuali responsabilità del governo italiano per essersi sottratto all’obbligo giuridico di proteggere i propri cittadini, nella misura in cui già a Tunisi e a sud di Creta c’erano stati attacchi con i droni in conseguenza dei quali il governo aveva inviato a protezione una fregata, e poi senza alcuna giustificazione – si legge – ovvero senza nemmeno arrivare in prossimità delle acque territoriali su cui Israele esercita illegalmente il blocco navale, lo stesso è venuto meno alla posizione di garanzia assunta, quando era ormai noto che Israele avrebbe agito nonostante le imbarcazioni fossero a 70/80 miglia marittime dalla costa».

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