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Sanae Takaichi, una Lady di Ferro per il Giappone

21 Ottobre 2025 - 07:19 Alessandro D’Amato
sanae takaichi premier giappone margareth thatcher
sanae takaichi premier giappone margareth thatcher
È stata nominata primo ministro grazie all'accordo con un altro partito. Ora dovrà affrontare le sfide più difficili del paese. Con il modello Thatcher e il ricordo di Abe

La nazionalista Sanae Takaichi è stata nominata Primo Ministro del Giappone oggi, martedì 21 ottobre. E diventa così la prima donna a ricoprire l’incarico nel paese. La coalizione parlamentare è stato formata il giorno prima a seguito di negoziati dell’ultimo minuto. La camera bassa del parlamento giapponese ha nominato così Takaichi, 64 anni, al primo turno. La sua nomina diventerà ufficiale quando incontrerà l’imperatore Naruhito più tardi in giornata. E poi dovrà affrontare una delicata situazione politica interna. La attende anche un fitto programma internazionale, in particolare con la visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump la prossima settimana.

Una Lady di Ferro per il Giappone

Sanae Takaichi è stata eletta il 4 ottobre alla presidenza del Partito Liberal Democratico (LDP), il partito conservatore di destra al potere quasi ininterrottamente dal 1955. Ma l’LDP, sempre più impopolare, ha perso la maggioranza in entrambe le camere del parlamento negli ultimi mesi. Mentre il suo alleato tradizionale, il partito centrista Komeito, ha deciso di non sostenere più la coalizione, in carica dal 1999, per gli scandali fginanziari e per le opinioni conservatrici della futura premier. Per assicurarsi l’elezione a capo del governo e succedere al Primo Ministro uscente Shigeru Ishiba, Takaichi ha stretto un’alleanza con il Japan Innovation Party (Ishin), un partito riformista di centro-destra.

Il programma di Sanae Takaichi

E si è impegnata a «rafforzare l’economia giapponese e ricostruire il Giappone in un paese capace di assumersi le proprie responsabilità nei confronti delle generazioni future». Takaichi, ammiratrice dell’ex premier britannica Margaret Thatcher, soprannominata la “Lady di Ferro”, ha promesso un governo con un numero di donne «scandinavo» rispetto alle sole due presenti nell’esecutivo di Shigeru Ishiba. Una di loro dovrebbe essere Satsuki Katayama, ex ministra per la Rivitalizzazione Regionale, che ricoprirà la carica di ministro delle Finanze secondo quanto riportato dai media giapponesi. Attualmente il Giappone si colloca al 118° posto su 148 paesi nel Rapporto 2025 sul divario di genere del World Economic Forum. La camera bassa del parlamento è composta solo dal 15% da donne.

Le donne in Giappone

Takaichi spera di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi di salute delle donne e parla apertamente dei sintomi legati alla sua menopausa. Ma la sua posizione politica sulla parità di genere la colloca a destra del già conservatore Partito Liberal Democratico. Si oppone alla revisione di una legge che impone alle coppie sposate di condividere lo stesso cognome e sostiene una successione imperiale esclusivamente maschile. Nella città occidentale di Nara, da dove proviene la Takaichi, la gente accoglie con favore la sua ascesa: «Spero che questo porti un vero cambiamento, che renda il Giappone un posto più facile in cui vivere per le donne», ha detto all’AFP Keiko Yoshida, 39 anni, impiegata.

Il declino demografico

Takaichi dovrà anche affrontare la lotta contro il declino demografico del Giappone e la crisi infinita della quarta economia mondiale. Inoltre, la sua coalizione con il partito Ishin rappresenta 231 seggi in Parlamento, due in meno dei 233 necessari per la maggioranza assoluta. Dovrà quindi collaborare con altri partiti per approvare le sue proposte di legge. Takaichi si è espressa in passato a favore dell’aumento della spesa pubblica, seguendo l’esempio del suo mentore, l’ex primo ministro Shinzo Abe. Sebbene nelle ultime settimane abbia moderato la sua retorica sull’uso massiccio della spesa pubblica per rilanciare l’economia, la sua vittoria ha spinto il mercato azionario di Tokyo a livelli record.

La Cina e Takaichi

Takaichi la scorsa settimana si è prudentemente astenuta dal visitare il Santuario Yasukuni, simbolo per i vicini del Giappone del passato militarista del Paese. Per non solleticare i sentimenti anti-Cina. In patria, cercherà di ripristinare gli indici di popolarità del suo partito dopo una serie di battute d’arresto elettorali che hanno visto l’ascesa di Sanseito, un piccolo partito populista che definisce l’immigrazione una «invasione silenziosa».

Foto copertina da: Financial Times

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