Basta supplenze brevi con i prof esterni, cosa cambia per le medie e le superiori: la novità nella Manovra che cambia la Buona Scuola


Cambiano le regole per le supplenze brevi nelle scuole. Nel disegno di legge di Bilancio, bollinato dalla Ragioneria di Stato e inviato dal Mef alla presidenza del Consiglio dei ministri, arriva una stretta: nelle scuole medie e superiori, per coprire assenze inferiori ai dieci giorni, non si potranno più chiamare supplenti esterni.
D’ora in poi, saranno i professori già in servizio a dover garantire la continuità delle lezioni. Il principio alla base è ridurre la spesa per le supplenze brevi e rendere più efficiente l’uso dell’organico già presente a scuola. Ma il cambiamento, che a prima vista può sembrare una semplice misura di razionalizzazione, segna una svolta profonda rispetto a quanto previsto finora. La nuova norma, infatti, modifica la legge 107 del 2015, ovvero la cosiddetta «Buona Scuola» emanata dall’allora governo di Matteo Renzi.
Cosa cambia per le supplenze dal 2026
Un articolo della Buona Scuola stabiliva, infatti, che il dirigente scolastico «può effettuare» la sostituzione dei docenti assenti fino a dieci giorni con personale interno. Ora il testo della manovra trasforma quella possibilità in un vero e proprio obbligo: il dirigente «deve effettuare, salvo motivate esigenze di natura didattica», la sostituzione con docenti in servizio a scuola. La norma precisa, inoltre, che la regola riguarda i posti comuni delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
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Per i docenti di sostegno e per la scuola primaria (le elementari), invece, resta la discrezionalità: i dirigenti potranno ancora decidere caso per caso se utilizzare l’organico interno o ricorrere a supplenti esterni.
Il ministero vuole monitorare le asenze
La ratio economica è spiegata nella stessa legge di Bilancio. Le supplenze brevi rappresentano da anni una voce di spesa significativa nel bilancio del ministero dell’Istruzione e del Merito, e per questo il governo punta a contenerla. Per farlo, il provvedimento introduce anche un sistema di monitoraggio quadrimestrale delle assenze di tutto il personale scolastico (docenti, amministrativi, tecnici e ausiliari) con dati distinti per ordine di scuola, tipologia di posto e durata della sostituzione. In questo modo, viene monitorata anche la spesa che comportano le varie supplenze brevi. Tutte questa informazioni saranno poi inviate al ministero dell’Economia e delle Finanze entro il mese successivo alla chiusura di ogni quadrimestre.
L’obiettivo è contenere la spesa e, se possibile, reinvestire parte dei risparmi nel Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. Il disegno di legge di bilancio prevede infatti che gli eventuali risparmi possano confluire nel Fondo fino a un massimo del 10% del suo valore complessivo. Dietro la formula apparentemente asciutta della norma si intravedo già le prime complessità operative: conciliare orari, carichi di lavoro e continuità didattica in scuole spesso già carenti di personale. Per i dirigenti scolastici si prospetta una nuova stagione, in cui la gestione dei vuoti nelle aule richiederà approcci diversi da quanto fatto finora.