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La prima notte da incubo di Sarkozy in carcere: urla, dirette social e minacce contro l’ex presidente

23 Ottobre 2025 - 13:00 Davide Aldrigo
nicolas sarkozy
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Il governo ha inviato due agenti armati per proteggere l'ex capo di Stato

Detenuto comune o sorvegliato speciale? È il dilemma della Francia in queste ore a proposito di Nicolas Sarkozy, che il 21 ottobre ha cominciato a scontare la sua condanna nel carcere parigino della Santé. Reduce dalla sua prima notte da detenuto, l’ex presidente avrà dormito un sonno agitato: gli altri reclusi lo hanno bersagliato di urla, insulti e schiamazzi, e c’è pure chi ha ripreso tutto per trasmetterlo sui social. A confermarlo sono gli stessi avvocati di Sarko, secondo cui «tutti i detenuti hanno fatto rumore, urlato, sbattuto sui muri».

La prima notte di «una brutta detenzione»

Pare che quella di gridare il nome di un nuovo arrivato la prima notte sia una tradizione carceraria in Francia, ma tutti sono concordi nel riconoscere che in questo caso si è andati oltre. A fare scalpore è soprattutto l’uso dei telefoni cellulari, che circolano illegalmente e che hanno permesso ai reclusi di trasmettere in diretta su TikTok le scene in corso all’interno del penitenziario. «Farà una brutta detenzione» ha minacciato un recluso, riprendendosi con il cellulare. All’indomani della turbolenta nottata, Marine Le Pen, leader del Rassemblement National e a lungo rivale politica di Sarkozy, ha parlato di «profonda vergogna» per le condizioni in cui si trova l’ex capo dello Stato. «Sarkozy non è un detenuto come gli altri. Questa barbarie non può compiacerci», ha commentato.

La sorveglianza voluta dal governo

Benché già in isolamento, «in ragione del suo status e delle minacce che pesano su di lui», ha spiegato il ministro dell’interno Laurent Nuñez, per Sarkozy è stata disposta la presenza giorno e notte, in una cella adiacente, di due agenti armati. Una misura «mai vista prima», che resterà «finché necessario» e che ha suscitato proteste tra le guardie, che hanno giudicato la decisione «uno schiaffo alla nostra professionalità». La sorveglianza costante stride con la tesi ripetuta dal governo per la quale l’ex presidente sarebbe «un cittadino come gli altri», ma d’altra parte conferma le precauzioni dell’Eliseo nei confronti di un uomo che da ministro dell’interno aveva preso duri provvedimenti sulla criminalità organizzata e sul jihadismo.

Le ragioni della condanna

Pur giudicato (e incarcerato) «come chiunque altro», Sarkozy sembra ancora un detenuto speciale: poco prima di entrare in carcere ha avuto un incontro riservato con il presidente Macron e ora attende la visita già annunciata del ministro della Giustizia Gérald Darmanin. Lo aspetterà nella sua cella da circa 9 metri quadrati nel carcere della Santé, nel quartiere di Montparnasse, dove ha cominciato a scontare i suoi cinque anni di condanna per associazione a delinquere. Secondo gli inquirenti, Sarkozy avrebbe tentato di ottenere fondi dal regime libico di Muammar Gheddafi. La sua incarcerazione è un evento storico: non era mai successo in Francia che un capo di Stato fosse condannato a una pena detentiva.

Foto copertina: EPA/YOAN VALAT| Nicolas Sarkozy a Parigi, Francia, 25 settembre 2025

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