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Parigi, condannata all’ergastolo senza possibili riduzioni di pena Dahbia Benkired: violentò, torturò e uccise la 12enne Lola nel 2022

24 Ottobre 2025 - 19:23 Ugo Milano
caso lola omicidio francia
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Il giudice ha accolto la richiesta del procuratore. L'imputata, pur affetta da problemi psichici, era stata giudicata capace di intendere e di volere

«Ero piena di odio, e Lola era solo una persona più debole di me, non l’ho scelta, mi è capitata a portata di mano». Con queste parole l’imputata Dahbia Benkired, 27 anni, ricostruisce l’episodio di tre anni fa, del quale – pur con qualche dettaglio di differenza tra una versione e l’altra – si è sempre dichiarata colpevole. La donna, irregolare algerina senza fissa dimora, vive in Francia dal 2019. A suo carico c’era un provvedimento di espulsione mai eseguito, ma dopo la condanna di oggi la donna non vedrà altro che il carcere per molto, moltissimo tempo. Infatti, per lo stupro, la tortura e l’omicidio della dodicenne Lola Daviet, i giudici di Parigi hanno accolto la richiesta del procuratore e hanno inflitto alla donna l’ergastolo senza possibilità di riduzione della pena, la formula più severa prevista dall’ordinamento.

La dinamica dell’omicidio

Nel primo pomeriggio del 14 ottobre 2022, secondo quanto riferito dalla stessa imputata, Dahbia Benkired avrebbe incontrato Lola Daviet nel palazzo in cui la ragazzina viveva con la famiglia e l’avrebbe costretta con la forza a salire con lei in ascensore fino all’appartamento dello stesso palazzo in cui viveva ospite della sorella Friha, in quel momento assente. Qui, dopo averla fatta spogliare e averle fatto fare una doccia, Benkired ha violentato la ragazzina, per poi legarla e metterle del nastro adesivo sulla bocca. Secondo l’esame forense Lola Daviet è morta per asfissia, ma sul suo corpo sono state trovate anche ferite compatibili con oggetti appuntiti. Le telecamere di sorveglianza della zona hanno poi ripreso Benkired uscire dal palazzo con un grosso baule, contenente il cadavere della vittima, poi ritrovato alcune ore più tardi da un senzatetto.

Le parole di Benkired

Secondo la sorella, Dahbia Benkired avrebbe cominciato a sprofondare nello squilibrio psichico dopo la perdita dei genitori, deceduti tra il 2019 e il 2020. Prima dell’omicidio, però, la ragazza non era mai stata segnalata alla polizia e il suo unico rapporto con le autorità risaliva a un episodio di violenza domestica di cui era stata vittima. Queste violenze sono state ricordate durante il processo da Benkired, che ha affermato di aver fatto a Lola «il male che avrei voluto fare a Mustapha», il compagno che la picchiava e abusava di lei. A suo dire, Lola sarebbe stata una vittima incidentale, presa per caso: «All’inizio non volevo ucciderla, volevo fare del male a qualcuno. Ma visto che l’avevo violentata, a quel punto tanto valeva ucciderla». Sottoposta a perizia psichiatrica, la donna è risultata affetta da disturbi psichiatrici, ma gli esperti l’hanno giudicata capace di intendere e di volere al momento del fatto.

La condanna

Il caso e il processo che ne è scaturito hanno avuto enorme risonanza in Francia. Il giorno della sentenza gruppi di estrema destra si sono riuniti davanti al tribunale invocando per l’imputata la pena di morte (abolita nel 1981). La madre della vittima, Délphine Daviet, non si è associata a questa manifestazione, ma ha chiesto alla giustizia «di fare il necessario affinché questa persona venga rinchiusa a vita». Il procuratore l’ha assecondata, chiedendo al giudice una sentenza dettata «dalla responsabilità di proteggere la società da una donna che sono intimamente convinto sia ancora estremamente pericolosa». Le loro richieste sono state accolte dalla corte che oggi pomeriggio, a tre anni dal fatto, si è pronunciata. Prima della condanna, Benkired si è mostrata pentita. «Chiedo perdono», ha detto. «Quel che ho fatto è orribile. È tutto quello che ho da dire». 

Foto copertina: Benoit Peyrucq | Dahbia Benkired, 27 anni, al processo per la morte di Lola Daviet.

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