A scuola niente «minigonne succinte e vestiti che lasciano intravedere l’intimo», la circolare del preside di Rieti: cosa rischiano i trasgressori

«Non è consentito presentarsi in istituto con infradito da spiaggia o ciabatte; pantaloni corti (consentiti almeno fino al ginocchio); minigonne succinte; maglie che lascino scoperta la pancia o la schiena; top o canotte di qualsiasi lunghezza o misura; indumenti troppo scollati; capi eccessivamente strappati-bucati o che lascino vedere la biancheria intima; indumenti trasparenti o con scritte e immagini inopportune; cappelli all’interno delle aule». È l’elenco dei divieti sul modo di vestirsi a scuola contenuto nella circolare firmata dal preside Luigi Sinibaldi del liceo Francesco Angeloni di Terni. Una decisione che riguarda non solo il decoro, ma anche la sicurezza: nel documento vengono infatti vietate anche scarpe con zeppe o tacchi troppo alti «per ragioni di sicurezza, per esempio, in caso di necessità di evacuazione dell’edificio».
La circolare agli studenti
Nella circolare, il dirigente invita studentesse, studenti e «tutti coloro che accedono ai locali scolastici a qualsiasi titolo, a presentarsi con abbigliamento sobrio e ordinato». Nella circolare il preside spiega che «la scuola è in primis un luogo educativo e formativo in cui è fondamentale mantenere un comportamento adeguato e rispettoso, anche attraverso la scelta dell’abbigliamento». «È importante adottare uno stile decoroso, in linea con l’istituzionalità degli spazi», aggiunge il dirigente nel testo, precisando che l’obiettivo «non è limitare la libera espressione personale, bensì promuovere il senso civico».
Le sanzioni per chi non rispetta le regole
In caso di violazioni, i professori dovranno inserire una nota sul registro, che influirà sul voto di comportamento, mentre il coordinatore di classe dovrà comunicare formalmente ai genitori dei minori il mancato rispetto delle regole. In molte scuole, a inizio anno, sono ormai comuni depliant o circolari sul dress code. Solo uno studente su cinque, infatti, può presentarsi a scuola vestendosi liberamente: tutti gli altri devono seguire regolamenti più o meno rigidi, che a volte si avvicinano a veri e propri codici di abbigliamento. Nei mesi scorsi, ad esempio, ha fatto discutere il caso di un istituto di Taormina, in provincia di Messina, dove la dirigente aveva diffuso un depliant illustrativo con tanto di immagini dei capi permessi e vietati.
