Chiara Zardo trovata morta a letto a 18 anni, la procura apre un’inchiesta: «Diceva di avere mal di gola»

La Procura di Treviso ha aperto un’inchiesta sulla morte di Chiara Zardo, 18 anni, trovata senza vita sabato 25 ottobre mattina nella sua abitazione di Pederobba, in provincia di Treviso. Le circostanze del decesso appaiono al momento naturali, ma la giovane non soffriva di alcuna patologia nota, e per questo gli inquirenti vogliono vederci chiaro. La salma è stata trasferita all’obitorio di Montebelluna e posta sotto sequestro. Il pubblico ministero di turno ha incaricato l’Ulss competente di effettuare un esame esterno, con la possibilità di disporre una autopsia completa per accertare con precisione le cause della morte. A riportare la vicenda è il quotidiano Repubblica.
L’uscita di Chiara Zardo con gli amici e il mal di gola
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Pederobba, Chiara era uscita con alcuni amici la sera precedente. Al rientro a casa, intorno a mezzanotte, lamentava un leggero mal di gola. La madre, Elisa Ciannillo, le aveva dato una compressa di ibuprofene, un comune antinfiammatorio. Poco dopo la ragazza si era messa a dormire. La tragedia si è scoperta la mattina seguente: non vedendola alzarsi, la madre è entrata nella stanza e ha trovato Chiara senza vita. I sanitari del Suem 118, arrivati sul posto, non hanno potuto far altro che constatare il decesso, probabilmente avvenuto nelle prime ore del mattino. «Voglio sapere perché mia figlia non c’è più», ha dichiarato la madre ai giornali locali. «Era sanissima, escludo qualunque legame con droghe o comportamenti a rischio». Amici e parenti la descrivono come una ragazza solare, sportiva e piena di progetti.
L’inchiesta aperta dalla magistratura: quali sono le ipotesi al vaglio
La magistratura ha aperto un fascicolo d’indagine per accertare le cause esatte della morte. Tra le ipotesi al vaglio, un malore improvviso, una reazione avversa al farmaco o una patologia non diagnosticata. Gli investigatori hanno già raccolto le prime testimonianze e non risultano segni di violenza né elementi sospetti nella stanza. L’attesa ora è per l’autopsia, che nei prossimi giorni dovrebbe fornire indicazioni decisive. Solo gli esami di laboratorio potranno chiarire se si sia trattato di una fatalità o se vi siano fattori medici o ambientali all’origine del decesso.
