La grande truffa degli incentivi pubblici del fotovoltaico

Una frode da 5 milioni di euro sugli incentivi pubblici agli impianti fotovoltaici. L’hanno scoperta i finanzieri di Varese, individuando tre società controllate da imprenditori spagnoli che avrebbero richiesto e ottenuto indebitamente incentivi per la produzione di energia solare da fonti rinnovabili. L’indagine della Gdf di Gallarate ha evidenziato «la presenza di numerose imprese con capitale sociale esiguo ma proprietarie di rilevanti impianti fotovoltaici». Che sono «situati principalmente nelle regioni del centro e sud Italia e amministrate da soggetti stranieri domiciliati ma non effettivamente residenti sul territorio nazionale».
La grande truffa degli incentivi pubblici del fotovoltaico
A questo punto le fiamme gialle hanno ficcato il naso nei conti correnti bancari. E hanno scoperto un flusso finanziario in entrata proveniente dal Gestore dei servizi energetici (Gse), ente pubblico responsabile dell’erogazione degli incentivi alla produzione di energia elettrica. Ma le somme venivano immediatamente trasferite tramite bonifici per l’estero, in particolare verso la Spagna. Senza alcuna giustificazione commerciale plausibile. L’inchiesta ha esaminato le modalità di autorizzazione, costruzione e incentivazione dei parchi fotovoltaici. Realizzati dalle società con la complicità di un soggetto italiano.
Le false installazioni
Le aziende avevano richiesto ad un comune marchigiano tre distinte autorizzazioni. Dichiarando falsamente l’installazione di tre piccoli impianti. Il Gestore pubblico concede incentivi superiori ai piccoli produttori di energia. Per compensare i maggiori costi sostenuti rispetto agli impianti di maggiore dimensione, obbligati a ottenere l’autorizzazione unica ambientale rilasciata dalla Provincia. Nel caso si trattava di un unico impianto fotovoltaico collegato alla stessa centralina elettrica e protetto da un’unica recinzione.
La procura
La procura di Roma ha bloccato i conti correnti delle società e i loro beni. Il decreto di sequestro d’urgenza è stato successivamente convalidato dal Gip di Roma e confermato dal Tribunale del Riesame. L’intervento ispettivo ha permesso un risparmio di ulteriori 3 milioni di euro che sarebbero stati erogati dal Gse fino al 2031 alle imprese al centro dell’indagine.
