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Aurora Maniscalco morta a Vienna, nuova indagine anche in Austria sulla hostess. La rabbia nel quartiere: «Nessuno ha mai creduto al suicidio»

29 Ottobre 2025 - 12:06 Alba Romano
Aurora Maniscalco
Aurora Maniscalco
La ragazza, 29 anni, era morta a giugno a seguito della caduta dal terzo piano dell'appartamento in cui viveva con il compagno. Oggi sui muri di quel condominio è comparsa una scritta: «Stop femminicidio»

Sono state riaperte le indagini sulla morte di Aurora Maniscalco. La hostess 29enne di origine palermitana è morta nella notte tra il 21 e il 22 giugno a Vienna, dopo essere precipitata dal terzo piano del suo appartamento. Proprio lì dove abitava con il fidanzato, sulla Universumstrasse, alcuni residenti hanno scritto con bombolette spray, sui muri del palazzo “Stop Femizide”, stop femminicidio. La procura ha dunque deciso di approfondire quello che all’inizio era stato liquidato come un suicidio. «Adesso indagano parallelamente sia le autorità italiane che quelle austriache» ha spiegato – ripreso dall’ANSA – il legale della famiglia Maniscalco, l’avvocato Alberto Raffadale. La famiglia aveva chiesto al padrone di casa dell’appartamento lungo la Universumstrasse, già prima della riapertura delle indagini, di non affittarlo. L’obiettivo era evitare che eventuali prove potessero disperdersi.

Le indagini italiane e austriache

«Al momento non sappiamo cosa stiano facendo le autorità austriache, sicuramente stanno sentendo i testimoni, forse il Bargione. La cosa importante è dimostrare la dinamica della caduta che ha provocato la morte della ragazza, soprattutto viste le incongruenze fornite da lui stesso e dai testimoni», ha detto l’avvocato della famiglia della vittima, in riferimento al fidanzato di Aurora, Elio Bargione, 24 anni, che al momento della caduta si trovava con lei all’interno dell’appartamento e risulta per ora come unico indagato. «Quando veniva a casa a Palermo, in più occasioni ho notato lividi e segni sulle braccia, come fosse stata malmenata, come se avesse preso calci e morsi», aveva detto la madre a settembre. In effetti, dalle prime analisi sul corpo della ragazza era stata evidenziata una abrasione che dal braccio sinistro si estendeva anche sul fianco. Un elemento che già all’epoca poteva far pensare a un trascinamento prima della caduta. Bargione è indagato a Palermo per istigazione al suicidio.

La protesta dei vicini di casa e la scritta sui muri del palazzo

Fuori dal palazzo dove viveva la ragazza insieme al fidanzato una residente ha precisato: «Qui nessuno crede che si sia trattato di suicidio ma molti hanno paura di parlare – riporta l’ANSA – quando i due vennero ad abitare qui inizialmente non litigavano poi, invece, iniziarono le liti e le urla. Cose simili non sono mai accadute qui, in questa via. Sono molto dispiaciuta per quella ragazza». Una commerciante, che gestisce una lavanderia lì vicino, ha sottolineato che «nel quartiere non se ne parla più, tutti tendono ad evitare il discorso perché la gente qui non vuole parlare, tendono a farsi gli affari loro». Intanto, sui muri del condominio dove Maniscalco abitava, è comparsa una scritta a bomboletta spray: «Stop feminizide» (“stop femminicidio”).

La denuncia della famiglia

Già all’epoca dei fatti Federica Bevilacqua, cugina di Aurora, ha detto al Giornale di Sicilia: «Siamo attoniti, non crediamo a quanto accaduto. Vogliamo sapere cosa è realmente successo, perché non crediamo che lei si sia suicidata». Maniscalco lavorava alla Lauda Air. Il fidanzato è impiegato come assistente di volo in un’altra compagnia aerea.

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